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Nicaragua, allarme dalla Commissione Giustizia e pace: nuove minacce alla libertà

La preoccupazione della Chiesa nicaraguense per alcuni progetti di legge proposti dal presidente del Nicaragua, Daniel Ortega, all’Assemblea nazionale

Isabella Piro - Città del Vaticano

Rappresentano “una nuova minaccia alla libertà e all’integrità fisica delle persone” i progetti di legge proposti dal presidente del Nicaragua, Daniel Ortega, all’Assemblea nazionale: lo afferma, in una nota, la Commissione episcopale Giustizia e pace, definendo “discutibili” tre iniziative legislative del Capo dello Stato: una sui crimini d’odio, un’altra sull’ergastolo ed una terza sulla regolamentazione degli agenti stranieri. A queste proposte se ne è poi aggiunta una quarta, relativa ai reati informatici, che finisce per criminalizzare i social network ed i mass media nel loro lavoro di informazione. Critica, dunque, la Chiesa, la quale sottolinea come tale situazione “getti anche un’ombra sulla gioia dei credenti per la possibilità di tornare a partecipare in presenza alla Messa in Chiesa”, dopo lo stop dovuto alla pandemia da coronavirus. Da domenica 4 ottobre, infatti, sono stati riaperti i luoghi di culto alle celebrazioni con concorso di popolo, ma sempre nel pieno rispetto di specifici protocolli igienico-sanitari.

Serve educazione ai valori familiari e civili

Giustizia e pace lamenta anche “l’aumento della violenza nei settori più vulnerabili della società, come anziani, donne, bambini”: “questo è il risultato dell’assenza di un’adeguata educazione ai valori familiari e civili nel corso di decenni”, si legge nella nota. “Pensare all’educazione - continua la Commissione - significa pensare al futuro dell’umanità, quindi è qualcosa che è profondamente radicato nella speranza e richiede generosità e coraggio”. Inoltre, in vista di future elezioni, Giustizia e pace chiede che si svolgano previa la presenza di “determinate condizioni”, perché “è impensabile che i cittadini vi prendano parte senza le necessarie informazioni fornite dai media indipendenti”, messi sempre più in difficoltà.

Il voto

Infine, l’organismo episcopale riprende il messaggio di tutta la Conferenza nazionale dei vescovi, diffuso il primo maggio, in cui si afferma che le votazioni dovranno essere “affidabili e indipendenti” e svolgersi attraverso un processo “neutrale, imparziale e monitorato” sia a livello nazionale che internazionale, pena il non poterle chiamare “libere”.

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07 ottobre 2020, 14:02