Caputo: il Papa ci ricorda quanto sia necessario il Rosario
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
“Sono un dono prezioso le parole che Papa Francesco ha pronunciato durante l’udienza generale di ieri, festa della Madonna del Rosario. La prima ragione che portò il Beato Bartolo Longo a fondare il Santuario fu proprio la propagazione del Santo Rosario”: è il commento rilasciato a Vatican News Service dall’arcivescovo prelato di Pompei, monsignor Tommaso Caputo, dopo aver ascoltato la catechesi del Papa.
Ricordando la festa della Madonna del Rosario, il Pontefice ha invitato tutti “a riscoprire, specialmente durante questo mese di ottobre, la bellezza della preghiera del Rosario, che ha alimentato, attraverso i secoli, la fede del popolo cristiano”. “Il Santo Padre ci ricorda che la corona è necessaria in questo tempo di pandemia così come è essenziale non distogliere mai lo sguardo dalla dolcissima figura di Maria, nostra Madre - afferma l’arcivescovo prelato di Pompei -. È lei che ci porta a Gesù, nostra certa speranza”. Un’esperienza, riferisce monsignor Caputo, fatta proprio a Pompei nei giorni più duri dell’emergenza sanitaria, quando è stata lanciata la proposta della “staffetta del Rosario” e i devoti, attraverso i social network, hanno risposto a centinaia. “Avrebbero dovuto comunicare un orario in cui avrebbero recitato il Rosario in modo tale da arrivare a ‘riempire’ di Rosari l’intera giornata - precisa l’arcivescovo -. Pensavamo all’adesione di un buon numero di persone e, invece, siamo stati travolti dai messaggi di una moltitudine di innamorati della Madonna di Pompei. Non siamo più stati capaci di conteggiarli”. Ancora una volta attraverso la Vergine i fedeli, pregando, hanno potuto avvicinarsi a Cristo.
Maria strada verso Cristo
Per monsignor Caputo sono le stesse parole che il Papa ha pronunciato a spiegare in che modo Maria conduce a Dio: “Meditando i misteri della salvezza, ci si svela sempre di più il volto d’amore di Dio stesso che siamo chiamati a contemplare nell’eternità”. “Noi tutti - conclude - anche quando ne siamo inconsapevoli, non siamo altro che alla ricerca del volto d’amore di Dio, che è gaudio infinito". La memoria liturgica della Beata Vergine Maria del Rosario è legata al giorno in cui i cristiani, nel 1571, a Lepanto, ebbero la meglio sulle flotte dell'impero ottomano. Poiché quel 7 ottobre, a Roma, le Confraternite del Rosario celebravano una solenne processione, Papa Pio V attribuì quella vittoria a “Maria aiuto dei Cristiani”, invocata con la recita del Rosario, e scelse quel giorno per celebrarne la festa a partire dall’anno dopo. Già San Domenico, al quale si deve l’aver dato grande impulso alla devozione del Rosario, aveva sperimentato i prodigiosi frutti della preghiera mariana. Monsignor Caputo racconta che Bartolo Longo nell’ottobre del 1872, camminando nelle strade dell’allora Valle, sentì una voce interiore suggerirgli: “Chi propaga il Rosario, è salvo”, e che “San Domenico, sei secoli e mezzo prima, aveva vissuto un’esperienza molto simile”. Per il presule l’edificazione del santuario, la fondazione delle Opere di carità, l’affermazione di Pompei come centro di spiritualità mondiale, hanno un’unica radice proprio nella preghiera mariana intrisa di Vangelo.
La memoria liturgica della Madonna del Rosario celebrata a Pompei
IL 7 ottobre sera, durante la Messa presieduta a Pompei nel Santuario della Beata Vergine Maria del Santo Rosario, monsignor Caputo ha rimarcato che la preghiera del Rosario “ha una storia di circa mille anni ed ha accompagnato per secoli infiniti cammini di santità”. Quindi ha aggiunto: “A Pompei scopriamo ogni giorno che il Rosario, preghiera mariana per eccellenza, compendio del Vangelo, è un vero e proprio itinerario spirituale che, facendoci contemplare con Maria il volto di Cristo, ci aiuta a conformarci a Lui”. Il presule ha poi fatto cenno alla visita di Giovanni Paolo II a Pompei esattamente 17 anni fa, il 7 ottobre del 2003, a conclusione dell’Anno del Rosario per ringraziare Dio dei frutti di quell’anno. In quell’occasione Papa Wojtyla definì il Rosario una “preghiera, semplice e profonda insieme, che va al cuore della fede cristiana ed appare attualissima di fronte alle sfide del terzo Millennio ed all’urgente impegno della nuova evangelizzazione”.
L’invito di Papa Francesco a pregare la Vergine
E ancora, l’arcivescovo prelato di Pompei ha evidenziato l’invito che Papa Francesco rivolge spesso ai credenti a recitare il Rosario, preghiera per la pace e per la famiglia, e le parole pronunciate all’udienza generale di ieri: “La recita del rosario è la preghiera più bella che possiamo offrire alla Vergine Maria; è una contemplazione sulle tappe della vita di Gesù Salvatore con sua Madre Maria ed è un’arma che ci protegge dai mali e dalle tentazioni”. Guardando poi alla Vergine del Rosario monsignor Caputo ha chiarito ai fedeli che venerando l’icona di Pompei “guardiamo il Bambino tra le braccia della Madre e capiamo che a Lui dobbiamo tendere, vivendo la Sua Parola, con coerenza di vita sostenuta dalla preghiera, con la partecipazione all’Eucaristia, preceduta, possibilmente da una seria riflessione personale e dall’incontro col Padre Misericordioso nel sacramento della Riconciliazione”. Infine il presule ha richiamato la figura del beato Bartolo Longo, dal quale si apprende che il Rosario è una “frequentazione amicale nella vita di Cristo, mentre respiriamo i suoi sentimenti” e che, come lui stesso diceva “conversando familiarmente con Gesù e la Vergine, nel meditare i Misteri del Rosario, e formando insieme una medesima vita con la (santa) Comunione, possiamo divenire, per quanto ne sia capace la nostra bassezza, simili ad essi, ed apprendere da questi sommi esemplari il vivere umile, povero, nascosto, paziente e perfetto”.
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