Referendum in Cile. I vescovi: no alla violenza, sì alla partecipazione
Alina Tufani - Città del Vaticano
In vista dell'imminente convocazione del plebiscito, il 25 ottobre, affinché il popolo cileno possa decidere se approvare o respingere la proposta di elaborare una nuova Costituzione politica della Repubblica, il Comitato Permanente della Conferenza Episcopale del Cile (CECh), in un messaggio, invita i cittadini ad essere adeguatamente informati su questa importante decisione per la vita democratica del Paese, a discernere in coscienza alla ricerca del massimo bene per la società e a partecipare con fiducia al voto.
Partecipazione e responsabilità
"Il rispetto per la vita e la dignità di ogni persona, la promozione della giustizia e della solidarietà per superare i divari socio-economici e culturali, la protezione dei gruppi più vulnerabili sono, tra l'altro, valori indispensabili nella vita di un popolo. Per questo non possiamo essere indifferenti all'esercizio della responsabilità civica a cui siamo chiamati", ha detto l'episcopato. Nel ricordare l'importanza della Costituzione politica di una nazione per la società e la vita degli abitanti del paese, il CECh ribadisce che la partecipazione alle decisioni elettorali è una responsabilità che deve essere assunta da ciascuno, in modo libero e informato.
Generare "carità politica"
La recente lettera enciclica di Papa Francesco, "Fratelli tutti", è citata nel messaggio dell'episcopato per sottolineare il valore della politica nel progresso sociale: "La politica non può rinunciare all'obiettivo di assicurare che l'organizzazione di una società garantisca ad ogni persona un modo per contribuire con le sue capacità e i suoi sforzi". E in questo contesto, aggiungono che il Santo Padre ci ricorda che al di là dell'aiuto individuale che una persona può offrire a qualcuno che ne ha bisogno, "quando si unisce agli altri per generare processi sociali di fraternità e di giustizia per tutti, entra nel campo della più ampia carità, la carità politica".
La sete di giustizia del popolo
I conflitti sociali che dall'ottobre 2019 hanno afflitto le strade del Cile con proteste pacifiche e violente alla ricerca di maggiore attenzione ed equità sociale, hanno portato a questo nuovo scenario che implica una possibile riforma della Magna Carta. Da lì, l'appello dei vescovi ai cittadini e al governo affinché la sanità mentale e la responsabilità civile prevalgano in queste settimane, a beneficio della pace sociale e dei più indifesi della nostra società. "È necessario salvaguardare il diritto di espressione pacifica e, allo stesso tempo, garantire il rispetto delle norme sanitarie. Non apriamo spazi alla violenza, che porta solo più dolore e, paradossalmente, una spirale infinita di violenza", avvertono i vescovi.
L'appello alle autorità e ai credenti
L'episcopato esorta le autorità e i leader del Paese ad agire in unità e ad impegnarsi in questo processo democratico, affinché nessuno si senta minacciato o escluso, cioè un impegno concreto ed efficace che non rimanga solo a parole. Così come la pace sociale è il frutto della giustizia", afferma la nota, "soddisfare le esigenze sociali richiede anche una leadership responsabile e di alto livello in una convivenza civile, fraterna e dialogica. La CECh conclude il suo messaggio con un appello alla preghiera intensa dei fedeli affinché il plebiscito si svolga in un clima di fiducia e sicurezza per tutti e per chiedere che "i bisogni più urgenti di coloro che soffrono di più siano al centro delle decisioni da prendere".
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