Regno Unito: 50 anni fa la canonizzazione di 40 martiri
Isabella Piro - Città del Vaticano
Quaranta martiri di provenienza diversa - sacerdoti, religiosi, laici, donne e madri di famiglia – ma tutti uniti da “quell’atteggiamento interiore di fedeltà inconcussa alla chiamata di Dio che chiese a loro, come risposta di amore, il sacrificio della vita stessa”: con queste parole, pronunciate cinquant’anni fa, il 25 ottobre 1970, Papa Paolo VI canonizzava 40 martiri di Inghilterra e Galles, uccisi in odio alla fede cattolica tra il 1535 e il 1679. A distanza di cinque decadi da quella data, la Chiesa di Inghilterra e Galles si prepara a commemorarne l’anniversario, domenica prossima, e lo fa attraverso un messaggio pastorale di Monsignor Mark O’Toole, vescovo di Plymouth: in esso, il presule si sofferma, in particolare, sulla figura di San Cuthbert Mayne, imprigionato a Lauceston, e poi impiccato e squartato nel 1577, conosciuto come “Il protomartire di Douai” dal nome del Collegio francese in cui si era formato al sacerdozio. “La forza di San Cuthbert per affrontare il martirio è venuta dalla sua profonda e intima unione con Gesù Cristo – scrive il presule nel suo messaggio - Nei mesi che ha trascorso nell'oscurità della cella del castello di Launceston, non si è mai perso d'animo ed ha trascorso la sua lunga agonia incoraggiando i suoi compagni di prigionia”. Le sue ultime parole, sul patibolo, furono “In manus tuas, Domino”, ovvero le stesse pronunciate secoli prima da Santo Stefano Protomartire. Ed è proprio guardando a San Cuthbert che Monsignor O’Toole esorta i fedeli a non perdersi d’animo neanche oggi, mentre “il mondo continua a combattere contro un virus mortale” come il Covid-19.
“Ci sono molte cose – scrive infatti il presule – che potrebbero farci sentire come se il nostro mondo fosse avvolto nell’oscurità, in questo momento. Ma quando la paura del presente o di ciò che verrà sembra travolgerci, allora è nelle mani del Signore che affidiamo noi stessi”. L’invito del vescovo di Plymouth è ad avere “il coraggio e la fedeltà dei quaranta martiri”, così da “sperimentare quella luce e quella consolazione che solo lo Spirito Santo può dare”. Allo stesso tempo, Monsignor O’Toole incoraggia i fedeli a tornare alla Messa in presenza, sempre nel pieno rispetto delle normative igienico-sanitarie anti-contagio: “Se stiamo bene in salute, facciamo ogni sforzo possibile per essere presenti alla celebrazione eucaristica in chiesa almeno un giorno a settimana, se non la domenica. Possiamo farlo in tutta sicurezza”.
Il messaggio pastorale si conclude con una seconda citazione dell’omelia pronunciata cinquant’anni fa da Paolo VI, ora anch’egli Santo: “La Chiesa e il mondo di oggi hanno sommamente bisogno di tali uomini e donne, perché solo persone di tale statura e di tale santità saranno capaci di cambiare il nostro mondo tormentato e di ridargli, insieme alla pace, quell’orientamento spirituale e veramente cristiano a cui ogni uomo intimamente anela e di cui tutti abbiamo tanto bisogno”.
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