San Teobaldo, il volto riemerso dopo mille anni di storia
Paolo Ondarza - Città del Vaticano
Uno studio coordinato dall’Università di Padova svela l’aspetto di un testimone della fede di mille anni fa, venerato in Francia e in Italia: san Teobaldo di Provins. L’idea è nata nel 2018 nel corso delle Giornate di studio teobaldiane a Saint Thibault des Vignes, comune francese gemellato con Badia, dove ogni anno studiosi francesi e italiani si incontrano per aggiornarsi sulle scoperte e i riscontri relativi alla figura e alla diffusione del culto di Teobaldo. Con loro c’è sempre anche il parroco di Badia Polesine, don Alex Miglioli, che ha deciso di concretizzare la proposta del team: la ricostruzione facciale forense del santo.
Centinaia di foto
Fondamentale è stata, lo scorso anno, alla presenza di una commissione canonica costituita dal vescovo di Adria - Rovigo, monsignor Pier Antonio Pavanello, che interverrà alla serata di domani, l’ispezione dell’urna del santo di Provins posta sull'altare a lui dedicato nella chiesa di Badia: si è trattato della decima ricognizione effettuata nella storia. Le centinaia di foto digitali del teschio scattate per l’occasione hanno consentito agli studiosi universitari di Padova, di ricostruire le fattezze fisionomiche di Teobaldo. Un lavoro analogo a quello condotto sempre dall’ateneo qualche anno fa sul volto di Sant’Antonio. Il progetto promosso dalla diocesi di Adria-Rovigo e dalle parrocchie di Badia Polesine, Sossano in provincia di Vicenza e Bosco di Rubano in provincia di Padova, è seguito con grande attenzione anche in Francia dove sono centinaia i siti legati al culto di questo santo. Il grado di affidabilità del risultato conseguito si può quantificare in 75-80%, molto buono considerando che le parti costituite da cartilagini come orecchie e naso non possono che essere immaginate.
Eremita pellegrino
Originario di Provins, in Francia, vicino a Parigi, Teobaldo apparteneva ad una nobile famiglia nobile ed è morto nel 1066 proprio nei pressi di Badia Polesine. Era un eremita: fece diversi pellegrinaggi. Non a caso è stato scelto dalla diocesi di Vicenza come testimone dei pellegrini nel progetto della Romea Strata, l’antico cammino lungo 1400 chilometri che collega il nordest d’Europa a Roma. “Da dove viveva – ricorda don Alex Miglioli - Teobaldo si spostò inizialmente ai confini col Belgio, poi da lì andò a Santiago. Quindi partì per Roma. Voleva dirigersi a Gerusalemme, ma per problemi di salute si fermò nella zona vicentina, in località Sajanega, nel comune di Sossano. Badia Polesine divenne per lui un riferimento: qui c’era infatti l’antica abbazia benedettina, poi camaldolese, della Vangadizza eretta nel 954 d.C. dove viveva il suo padre spirituale”.
La concretezza della santità
Già in vita fu grande la fama di santità di Teobaldo, canonizzato solo sette anni dopo la morte nel 1073. Le cronache raccontano di moltitudini di fedeli giunti da ogni dove per venerarne i resti mortali. Pochi sanno inoltre che una statua dell'eremita di Provins si trova sopra il colonnato di Bernini in piazza san Pietro: “La statua di Teobaldo è la numero 139 – precisa don Alex – cioè la prima statua sulla sinistra”. Ora, grazie alla ricostruzione del volto, è grande l’emozione di potersi trovare faccia a faccia con lui: “poter avere un’immagine concreta di un testimone illustre della fede in Cristo Risorto vissuto tanto tempo fa” – conclude don Miglioli - ci aiuta anche a conoscerlo da vicino. Ci aiuta a capire che l’esperienza del Vangelo e della santità non sono una bella idea o una teoria, ma che la fede si incarna continuamente nelle vicende di tante persone".
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