Ucraina: la XIII Settimana sociale ecumenica sul rispetto del Creato
Roberta Barbi - Città del Vaticano
“Sentire il grido della terra. Ecologia integrale in azione” è questo il tema della XIII Settimana sociale ecumenica, e vuole rispondere all'invito di Papa Francesco a dedicare quest’anno alla riflessione sull'Enciclica Laudato Si’. L’evento, che si svolge quasi interamente on line a causa dell’emergenza Covid, è stato organizzato dall’Istituto di studi ecumenici dell’Università cattolica ucraina di Leopoli, con la Fondazione Konrad Adenauer e le autorità locali. Nel corso dei quattro giorni, i partecipanti, tra i quali ci sono ambientalisti, imprenditori, scienziati, teologi, rappresentanti delle autorità civili, del mondo accademico e dei media, potranno accedere a circa 20 incontri sul web con circa 80 relatori, sui temi dell’ecologia integrale e cercheranno di dare le risposte alle attuali sfide ecologiche.
Rispettare il Creato perché siamo parte di esso
“Oggi vogliamo sentire il grido della terra, però nello stesso tempo, vogliamo sentire uno l’altro: la Chiesa vuole sentire gli esperti laici, i giornalisti vogliono sentire gli imprenditori, e gli attivisti vogliono sentire i rappresentanti delle autorità civili”, ha detto in apertura dei lavori il direttore dell’Istituto di studi ecumenici, Pavlo Smytsnyuk. Tra i partecipanti della conferenza c’erano il cardinale Peter Turkson, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e l’arcidiacono John Chryssavgis, consigliere per l’ambiente del Patriarca ecumenico Bartolomeo I. Il cardinale Turkson, nel suo discorso dedicato alla riflessione degli ultimi pontefici sul rapporto tra ecologia naturale e umana, ha sottolineato che, “quando si parla dell’ambiente, in effetti si intende il rapporto tra la natura e la società”: “La natura – ha spiegato – non può essere considerata come qualcosa di separato da noi stessi. Noi facciamo parte della natura, il nostro corpo è stato creato dalla terra e si sostiene con i suoi frutti. Quindi siamo inclusi nella natura, e per questo non possiamo comportarci da padroni che abusano di essa”.
Una Terra spesso troppo trascurata
Il tema dell’intervento dell’arcidiacono John Chryssavgis è intitolato “La cura del creato e il dialogo ecumenico: le prospettive ortodosse”. Il presule ha sottolineato che la cura del pianeta unisce tutti, nonostante le differenze dottrinali, politiche e razziali: “Possiamo condividere o meno le convinzioni religiose, possiamo avere le visioni politiche differenti, però tutti noi siamo gli abitanti della Terra e non sempre la trattiamo nel modo giusto”. “La Terra – ha aggiunto – ci ricorda che tutto è interconnesso. Quindi il potere dell’ecumenismo consiste nell’andare oltre se stessi, è un’occasione per imparare a parlare la lingua della cura e dare la priorità alla solidarietà, servizio e rispetto. Il Creato ha sempre una dimensione profondamente ecumenica”.
Una conversione ecologica ecumenica
Agli organizzatori e ai partecipanti della Settimana sociale ecumenica ha scritto anche il Patriarca ecumenico Bartolomeo I, il quale ha sottolineato che la modalità virtuale dell’evento dovrebbe ricordare “l’importanza spirituale vitale nel perseguire comunicazione più stretta e assicurare i legami fraterni tra le nostre confessioni ecclesiali e le nostre comunità”. Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, infine, nella sua lettera ha auspicato anche che la nobile causa del rispetto per il Creato e per il suo Creatore “diventi oggi uno sforzo comune di tutti i cristiani in Ucraina, cosicché il tema della conversione ecologica possa assumere un carattere ecumenico. In questo ambito possiamo e dobbiamo fare molto insieme, in particolare con i nostri fratelli ortodossi”.
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