Fondazione Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) in Libano Fondazione Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) in Libano 

Acs dedica le Messe dei defunti ai sacerdoti perseguitati

La Fondazione Pontificia chiede ai fedeli di far celebrare le Messe per i fedeli defunti ai sacerdoti più poveri e perseguitati nel mondo. Le offerte saranno utilizzate per la cura materiale e spirituale delle comunità cristiane che vivono una limitazione della libertà religiosa. Padre Raymond Abdo: la vita eterna si semina con la testimonianza della fede

Marco Guerra – Città del Vaticano

La morte per i cristiani è un passaggio verso la vita eterna promessa da Gesù Cristo con il suo sacrificio. Ma la vittoria della vita sulla morte si traduce anche nella testimonianza terrena che semina speranza attraverso la cura delle altre persone e l’opera di evangelizzazione.

L’iniziativa

Partendo da questi presupposti, in occasione della Commemorazione dei fedeli defunti del 2 novembre, la Fondazione Pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre inviata tutti i fedeli cattolici del mondo a ricordare i propri cari defunti, facendo celebrare le Messe dai sacerdoti perseguitati e poveri e offrendo loro un piccolo contributo economico.

Oltre 40mila sacerdoti aiutati

Nel sito Acs Italia è presente una pagina dedicata in cui è possibile lasciare la propria intenzione di preghiera e la donazione. L’iniziativa si ripete da numerosi anni con grande successo, basti pensare che nel 2019 sono state celebrate complessivamente 1.378.635 Messe secondo le intenzioni dei donatori della Fondazione, una ogni 23 secondi ovunque nel mondo. Sono stati così aiutati in totale 40.096 sacerdoti. 

La Chiesa in Libano

Quest’anno la raccolta fondi è presentata da Padre Raymond Abdo, Provinciale del Libano dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi, che tramite una nota ha dato voce alla difficile condizione del suo Paese e della comunità cristiana: “Dilagante corruzione e mancanza di trasparenza, crisi valutaria ed indebitamento eccessivo, povertà crescente e disparità di reddito, sistema elettrico mal funzionante e scarsa qualità dell’acqua nelle abitazioni, tutti questi gravami schiacciano la popolazione. I circa 1,5 milioni di rifugiati siriani presenti in Libano rappresentano un ulteriore motivo di preoccupazione e la pandemia da Coronavirus ha drammaticamente aggravato la già precaria situazione. In questo contesto la presenza cristiana è seriamente minacciata e se la situazione non verrà affrontata i fedeli continueranno ad emigrare.  Il Libano rischia di diventare uno Stato arabo musulmano in cui ai nostri fratelli nella fede non verranno riconosciute pari condizioni”.

Padre Abdo: radicare il Vangelo

Vatican News ha intervistato proprio Padre Raymond Abdo per fare luce sui frutti che la celebrazione di Messe può portare nelle comunità cristiane più povere e perseguitate del mondo: “Cari benefattori voi non state facendo qualcosa solo per i vostri defunti e per i sacerdoti che celebrano le Messe ma aiutate a radicare il Vangelo in tutti quei Paesi del mondo dove è difficile esprimere la fede, in molti di questi territori c’è una Chiesa delle ‘catacombe’. “Queste offerte sono anche la dimostrazione di una Chiesa in comunione in tutte le parti del mondo”.

Ascolta l'intervista a Padre Abdo

Messaggio di vita eterna

“Difronte alla fragilità della vita e al mistero della morte – prosegue – noi diciamo a tutti che crediamo nella vita e che la morte di una persona cara non è la fine di tutto”. Con questa predisposizione Padre Abdo analizza anche la difficile situazione del Libano ed esorta i cristiani a non abbandonare il Paese. In questa cornice il sacerdote diventa uno strumento indispensabile “per arrivare ai più poveri e ai più emarginati” e riesce a restare accanto a loro anche grazie ai mezzi forniti dai fedeli più benestanti che abitano nei Paesi occidentali.

Festimoni di fede

Questa testimonianza del Vangelo è rafforzata dalla promessa della Resurrezione. “Ma la vita dataci in Gesù Cristo – precisa Padre Abdo – si semina nel modo di vivere e di trattare gli altri, questa è la testimonianza della fede nella vita eterna che Dio ci dà”. La Solennità dei defunti richiama infine anche il tema della radici: “Le nostre radici sono vere quando sono piantate nella fede. Le nostre radici sono salde in queste terre e non bisogna lasciarsi tentare dalla fuga a causa della persecuzione”.

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02 novembre 2020, 07:40