Chiese cristiane europee: reddito minimo sia priorità
Lisa Zengarini - Città del Vaticano
L’appello firmato, tra gli altri anche dalla Caritas Europa, si riferisce alle conclusioni del Consiglio europeo dello scorso ottobre sul “Rafforzamento della protezione del reddito minimo per combattere la povertà e l’esclusione sociale nella pandemia Covid-19 e oltre” che invitavano la Commissione ad “avviare un aggiornamento del quadro giuridico dell’Unione per sostenere e integrare efficacemente le politiche degli Stati membri in materia di reddito minimo nazionale”.
Costruire resilienza e protezione sociale contro la povertà
“Prima della crisi del Coronavirus, una persona su cinque era a rischio di povertà ed esclusione sociale. Si tratta di quasi 110 milioni di persone senza abbastanza soldi per sbarcare il lunario e vivere una vita dignitosa”, osservano i firmatari, secondo i quali il mancato raggiungimento degli obiettivi che l’UE si è fissata nel 2020 contro la povertà “minaccia la credibilità dell'Europa sociale”. “Uno dei modi migliori per evitare che le persone vengano trascinate nella povertà è costruire la resilienza individuale e sociale e forti sistemi di protezione sociale sono la pietra angolare di tale resilienza – spiega l’appello -. Alla luce di ciò, sistemi di reddito minimo adeguati, accessibili e abilitanti hanno un ruolo essenziale da svolgere come rete di sicurezza finale”.
Politiche poco incisive
L’invito del Consiglio – prosegue il testo - è un riconoscimento del fatto che i meccanismi di politica morbida finora messi in campo dall’UE “hanno avuto un impatto limitato, perché non sono riusciti a garantire un livello di reddito che rispetti i diritti e la dignità di milioni di persone”. Ad oggi, infatti, solo due Stati membri dell’Unione erogano prestazioni vicine alla soglia di povertà, mentre in molti Paesi esse arrivano a malapena al 20% di tale soglia”.
Per questo le Chiese cristiane uniscono la loro voce all’invito del Consiglio: “Sappiamo dal nostro lavoro che la mancanza di redditi minimi adeguati, accessibili e abilitanti è una priorità fondamentale per le persone che vivono in condizioni di povertà in tutta Europa”. Alla Commissione di Bruxelles le Chiese cristiane europee chiedono quindi una proposta “ambiziosa”, “politicamente e giuridicamente fattibile”, che possa riunire gli Stati membri “attorno a un impegno politico e morale condiviso per porre fine alla povertà e all'esclusione sociale, contribuendo così “a ripristinare la fiducia nel progetto europeo”.
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