Kenya, la preoccupazione dei vescovi per l'impennata di Covid-19
Lisa Zengarini – Città del Vaticano
Dare assoluta priorità al servizio sanitario, mettendo tutte le risorse finanziarie disponibili al servizio della salute pubblica. A chiederlo sono i vescovi keniani di fronte alla seconda ondata del coronavirus che ha colpito anche il Paese africano con una forte impennata dei contagi, soprattutto a novembre. I casi hanno ormai superato quota 76mila, con 1.366 morti. “Siamo preoccupati dal fatto che, nonostante le disponibilità finanziarie e l'impegno dell'Esecutivo, non siano state stanziate risorse adeguate a sostegno del sistema sanitario perché possa rispondere a questa pandemia”, scrivono i presuli in una dichiarazione firmata dal presidente della Conferenza episcopale keniana (Kccb) monsignor Philip Arnold Anyolo,. Ad allarmare in particolare la Chiesa keniana è il numero crescente di contagiati e vittime tra gli operatori sanitari, medici e infermiere, che hanno annunciato uno sciopero a dicembre per protestare contro la mancanza di dispositivi di protezione individuale.
L’appello dei vescovi al governo
Una protesta condivisa dai vescovi: “Ad essi si devono tante guarigioni che hanno dato ai keniani quella speranza di cui hanno tanto bisogno in questo momento difficile. Non possiamo continuare ad assistere al crollo dell’unica speranza del popolo keniano a causa della perdita di tante vite umane come abbiamo visto in questi giorni", incalzano i presuli. Di qui anche l’appello al Governo ad avviare subito “un dialogo serio con i sindacati perché le loro preoccupazioni siano ascoltate e affrontate". Nel messaggio i presuli rilanciano l’invito del Presidente Uhuru Kenyatta a rispettare con senso di responsabilità le linee guida del Ministero della Salute per prevenire il contagio:
Il richiamo alla responsabilità personale
"La nostra grande preoccupazione è la mancata osservanza di queste linee guida da parte di alcuni leader del Paese e di molti keniani", affermano i vescovi. “Siamo convinti che se si prendono e si adottano tempestivamente le giuste misure indicate dalle autorità sanitarie la diffusione del virus può ancora essere controllata”. Di qui il richiamo alla responsabilità di tutti e ciascuno per proteggere se stessi, la propria famiglia e la comunità dal Covid-19" e a non sottovalutare i rischi del virus.
La solidarietà agli operatori sanitari
Ancora una volta i vescovi keniani esprimono quindi tutta la loro “gratitudine e ammirazione” agli operatori sanitari che hanno continuato a lavorare per salvare vite umane nonostante le difficoltà e i pericoli: “Preghiamo Dio per la vostra protezione”, aggiungono. Infine, l’invito ai keniani a continuare e pregare per la fine della pandemia: “Quando confidiamo in Dio, abbiamo speranza, non dobbiamo temere perché Dio è con noi, non dobbiamo essere sgomenti perché è il nostro Dio che ci darà forza e aiuterà” , concludono.
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