Con la bellezza oltre la sofferenza
Paolo Ondarza - Città del Vaticano
Aiutare a guardare oltre la contingenza dolorosa, la preoccupazione per il futuro e l’angoscia del momento presente. E’ questa la funzione più nobile dell’arte secondo lo storico dell’arte Stefano Zuffi, impegnato dopo la chiusura dei musei imposta dall’emergenza Covid-19, a svolgere online il corso di lezioni “La lunga scia della Bellezza”, promosso dal Museo Carlo Maria Martini e dal Museo della Basilica di Sant’Eustorgio di Milano.
Seguire la bellezza
Si tratta di una serie di sette appuntamenti che si inserisce in un’ormai lunga tradizione del Museo Diocesano del capoluogo lombardo. “Dopo un primo ciclo dedicato al Rinascimento e all’età barocca, dallo scorso 14 ottobre, ogni mercoledì è dedicato all’approfondimento di una tematica della grande pittura italiana ed europea dal pieno Seicento fino all’esordio del 19mo secolo. “Inseguire la lunga scia della bellezza è un compito che noi storici dell’arte assumiamo volentieri per superare questo momento difficile”, spiega Zuffi a Vatican News. I primi appuntamenti sono stati dedicati a Johannes Vermeer, Guido Reni, il Settecento e i vedutisti. La didattica, prima in presenza, ora attraverso la piattaforma digitale zoom, è rivolta a tutti.
La bellezza rimane
“L’arte conduce oltre il dolore o la noia. Supera il contingente, il momentaneo, fa capire che molte cose devono trascorrere, ma la bellezza va al di là di tutto e rimane”. Il professore Stefano Zuffi ricorda le impressionanti testimonianze di persone internate nei campi di concentramento del secolo scorso: sono riuscite a resistere pensando alla bellezza di alcune opere d’arte: “La Madonna Sistina di Raffaello ad esempio ha avuto una funzione catartica, di far sentire che anche le esperienze più amare e la paura possono passare se si rivolge lo sguardo a qualcosa di più nobile, di imperituro rispetto alla contingenza che sembra soffocarci”.
L'oggetto e l'immagine
Mercoledì scorso il protagonista è stato Tiepolo, al quale è dedicata anche una grande mostra a Milano, chiusa pochi giorni dopo l’inaugurazione: “La nostra lezione – prosegue Zuffi – si è trasformata in una sorta di risarcimento provvisorio in attesa che si possa tornare a visitare l’esposizione”. È una sfida parlare di arte senza il contatto fisico con l’oggetto, ma solo attraverso le immagini e le proiezioni dei grandi capolavori. Tuttavia – ammette lo storico dell’arte – “stiamo notando che la tecnologia consente la partecipazione anche a persone che hanno difficoltà a muoversi e può coinvolgere anche i giovani. Siamo anche consapevoli che purtroppo molti nostri iscritti ai corsi in presenza, in special modo gli anziani, non hanno dimestichezza con la tecnologia”. Le prossime lezioni, sempre il mercoledì alle 17.30, saranno dedicate a due grandi maestri: Francisco Goya e Antonio Canova.
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