Nosiglia, contro la pandemia una catena di preghiere
Tiziana Campisi - Città del Vaticano
Incatenare il virus pregando. È la risposta che l'arcivescovo di Torino e vescovo di Susa suggerisce di fronte all’emergenza coronavirus. “La pandemia cattura in questo tempo tutta la nostra attenzione - scrive in un messaggio il presule - di fronte a questo gravissimo problema abbiamo bisogno di non spaventarci; abbiamo bisogno di riflettere; abbiamo bisogno, come credenti, di riportare i fatti e i nostri sentimenti in quello ‘spazio di verità’ che è la preghiera".
Nelle chiese e nelle case
L’invito è a ritrovarsi nelle chiese e nelle case, nel rispetto delle norme anti-Covid, per recitare il Rosario. “Saremo in sintonia, anche, con tutti quei luoghi e quelle persone che nella preghiera sono immersi, nei monasteri come nelle comunità di vita contemplativa” spiega monsignor Nosiglia che avvierà la catena di preghiera al santuario della Consolata e annuncia per le Messe domenicali una speciale intenzione nella preghiera dei fedeli e la recita di una supplica.
Il Rosario come "arma"
“Si tratta di chiedere al Signore per intercessione della Madonna e di tutti i santi nostri protettori l’aiuto decisivo per affrontare il contagio e le sue conseguenze, che ci appaiono così devastanti non solo per chi è ammalato, ma per tutti i contesti vitali che nella pandemia vengono convolti - precisa l’arcivescovo di Torino -. Penso alla solitudine degli ammalati negli ospedali e nelle case di riposo, agli anziani che vivono da soli, a quelle famiglie che si ritrovano isolate”. Il messaggio definisce infine l’impegno della preghiera “un richiamo forte alla carità concreta, alla solidarietà con chi è più colpito, quindi si rivolge in particolare ai giovani, “perché siano presenti a questi momenti e perché trovino le forme più adatte per mettersi a servizio di chi ha più bisogno”.
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