In Sicilia nasce Casa Betania, accoglienza per i papà separati
Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
Ormai da anni vengono definiti “i nuovi poveri”, sono i padri separati, gli uomini che si allontanano, o vengono allontanati, dalla famiglia e che si ritrovano, spesso, ad affrontare una vita da soli. Il 46% di loro, secondo dati Caritas, vive nell’indigenza ma, accanto alla povertà economica, sempre più spesso, si assiste ad un volontario isolamento, all’incapacità di chiedere aiuto, al declino psicologico, al lutto del distacco dalla famiglia. Al dolore si associa la vergogna, compresa quella di non aver un luogo dove poter ospitare i propri figli, e c’è chi si toglie la vita, nell’ultimo decennio, denunciano alcune associazioni, si conterebbero circa 250 suicidi. Senza menzionare gli omicidi-suicidi di padri che uccidono gli stessi figli, prima di suicidarsi. Una situazione che si sta aggravando a causa della povertà causata dalla pandemia di coronavirus.
Accogliere è un gesto di accompagnamento
I padri separati sono persone che soffrono e che vivono momenti di particolare difficoltà. Per stare accanto a loro, è stata inaugurata a Mazara del Vallo “Casa Betania”, prima struttura nata in diocesi con il contributo di Caritas italiana, che ha stanziato 50mila euro per la ristrutturazione e l’arredo di un intero appartamento, donato da una coppia, che potrà accogliere sino a 4 papà contemporaneamente – spiegano dalla stessa diocesi – fornito di “due stanze da letto, una cucina, un salone con divano e tv, un bagno con doccia”. Accogliere gratuitamente queste persone, spiega il vescovo di Mazara, monsignor Domenico Mogavero, “vuole essere un ‘gesto’ di accompagnamento, uno stargli vicino per un periodo della loro vita, aiutandoli”. Un sostegno che non si limita ad assicurare un tetto, ma che garantisce anche un supporto morale e psicologico, con la presenza di un assistente sociale, di un legale, di una psicologa e di un responsabile della struttura.
Casa Betania permetterà il ritorno alla vita
“Il nostro scopo è quello di accogliere fraternamente i papà e i mariti separati, facendoli sentire a proprio agio in un ambiente accogliente”, spiega Girolamo Errante Parrino, direttore della Caritas diocesana che, a Vatican News, racconta come l’iniziativa sia nata dal fatto che oggi, ancor di più a causa del Covid-19, si sia reso necessario dare conforto, amore e serenità a persone che necessitano. “L’obiettivo – prosegue – è quello di accompagnarli per poterli far rientrare nella società, reinserirli nel contesto civile in un modo bello, per farli tornare serenamente a vivere la vita”.
I padri avranno un luogo per poter vedere i loro bimbi
Nella struttura, che per ora, a causa del coronavirus, è aperta a 3 persone anziché 4, i padri potranno anche accogliere i propri figli, una volta alla settimana, per poter vivere i bimbi in un ambiente adatto. Gli ospiti potranno scegliere se andare a pranzo nella mensa fraterna di Mazara, se prendere il cibo da asporto o se cucinare loro stessi in casa, con prodotti garantiti dalla stessa Caritas che, naturalmente, pone alcune condizioni per l’accoglienza, come l’aver fatto un tampone per il Covid, e il non essere affetti da dipendenze di qualunque tipo, dalla droga, all’alcool, al gioco.
Una 'Casa' per abbracciare il prossimo e portare aiuto
“Noi siamo chiamati ad abbracciare l'altro – conclude Girolamo Errante Parrino – il che significa entrare in empatia con il prossimo, far tuo il bisogno dell'altro, quando si è chiamati ad intervenire. E questo ci fa molto riflettere, perché non si possono chiudere gli occhi e far finta di niente”.
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