Il Papa benedice la statua mariana della Medaglia Miracolosa
Fabio Colagrande - Città del Vaticano
A 190 anni dalle apparizioni mariane a Santa Caterina Labouré, per iniziativa dei figli spirituali di San Vincenzo de’ Paoli, l'effigie della Vergine della Medaglia Miracolosa comincerà dal prossimo 1° dicembre, un pellegrinaggio tra le regioni italiane, oggi particolarmente segnate dalle sofferenze e povertà causate dalla pandemia. A dare l'avvio simbolicamente a questo cammino di fede, la benedizione del Papa in Vaticano, questa mattina, della "Sacra effigie della Beata Vergine Immacolata della Medaglia Miracolosa", alla presenza del Superiore Generale della Congregazione della Missione, padre Tomaž Mavrič. Padre Valerio Di Trapani, Superiore del Collegio Apostolico Leoniano a Roma e assistente nazionale dei Gruppi di volontariato vincenziano, è il coordinatore dell’iniziativa “Maria Pellegrina” e ai microfoni di Radio Vaticana Italia, spiega il significato del gesto di Francesco:
R.- Per noi la benedizione di Francesco è un vero e proprio invio in questa missione, che durerà almeno un anno, che condurrà l’immagine di “Maria Pellegrina” per le comunità e le parrocchie di tutta Italia che vorranno accoglierla. Si tratta di una missione con cui Maria continua quella iniziata con le apparizioni del 1830: la Vergine visita il suo popolo, lo benedice e ci ricorda che sarà sempre con noi. Lo diceva 190 anni fa a santa Caterina Labouré e crediamo che continui a dirlo oggi. Tra l'altro, all’epoca di quelle apparizioni, nella prima metà del XIX secolo, la Francia viveva un tempo particolare, caratterizzato da una seconda rivoluzione e da lotte fratricide. Maria interveniva in quella storia dicendo: “io sono con voi, io vi voglio bene e se venite a me troverete consolazione”. Quindi era la Madonna che veniva verso di noi per soccorrerci e oggi l'immagine di Maria Pellegrina continua quell'azione in aiuto del suo popolo. Mi pare significativo e di consolazione in questo tempo di pandemia che Maria, Madre della Chiesa, e con lei potremmo dire tutta la Chiesa, non si allontani dal suo popolo ma rimanga vicino a coloro che sono nella prova.
Un pellegrinaggio di Maria che va dunque a rispondere alle inquietudini, alla paura e alla povertà così diffuse in questo momento anche in Italia?
R. - In realtà, noi vincenziani non pensiamo di fare una nostra proposta alla Chiesa ma semplicemente di rispondere alla proposta che Maria ha fatto alla nostra comunità e in particolare alle Figlie della Carità, a cui santa Caterina apparteneva. La storia della Medaglia Miracolosa e delle apparizioni ci fa vedere come sia stata Maria a spingere, sollecitare, la religiosa veggente Caterina Labouré che timidamente confidava il tutto al suo padre spirituale. Allo stesso modo noi in questo anno difficile non siamo gli ideatori di questa iniziativa ma ci limitiamo a rispondere a quell’appello di Maria di 190 anni fa che la Vergine continua a rivolgerci oggi. Oggi noi sentiamo che questo tempo di prova è un’opportunità per poter ridire che Dio è con noi, in mezzo a noi, e la Vergine Maria ci apre la strada per l'incontro con Cristo e col Padre. Nel suo messaggio a santa Caterina Maria si rivolgeva in particolare ai giovani e ai poveri, quindi noi vogliamo riaffermare ancora una volta che Maria, il Signore, sono vicini ai giovani, ai poveri e naturalmente a tutta la Chiesa in questo tempo di particolare fragilità.
Nel messaggio della Madonna a Santa Caterina di 190 anni fa c'erano parole di incoraggiamento: “io sarò sempre con voi, abbiate fiducia, non scoraggiatevi”. Come vincenziani, sentite la vocazione a portare a tutti questo messaggio?
R.- Esattamente! Sentiamo che Maria ci ripete oggi questo messaggio e noi sentiamo di doverlo rivolgere a tutti. San Vincenzo de’ Paoli diceva che la nostra vocazione era quella di infiammare il cuore degli uomini, di portare quella fiamma d'amore che Dio ha già riversato nei nostri cuori. Credo che Maria quando due secoli fa ha scelto una Figlia della Carità, quindi una suora vincenziana, ha voluto scegliere tra quelli che nella loro missione portano consolazione, aiuto, sostegno, conforto ai poveri. In un certo senso per noi queste parole di Maria sono una nuova chiamata ad annunciare il Vangelo ai poveri e - in questo momento - ad annunciare il Vangelo alle persone che vivono nella desolazione anche per quello che sta accadendo. Ma al di là della pandemia, ci teniamo a sottolineare che Dio è sempre con noi, Maria è sempre con noi. Questo lo vogliamo ripetere a ogni persona: prima di tutto agli ultimi, ai più poveri, ai più abbandonati, a quelli che sono più provati in questo tempo in cui le povertà stanno crescendo.
Il pellegrinaggio che parte martedì 1° dicembre, e proseguirà fino al 22 novembre 2021, dovrà ovviamente tener conto delle misure di sicurezza legate alla pandemia…
R.- Certo, ovviamente terremo conto anche di questo e non pensiamo a raduni o a varie manifestazioni, ma soprattutto a mostrare come l’effigie di Maria si fa vicina a quelle comunità più in difficoltà: ai luoghi della sofferenza, agli ospedali, le case di riposo, i centri dove si servono, si aiutano e si sostengono i poveri. Il pellegrinaggio vuole esprimere “Maria che si fa accanto”, nella semplicità più totale. I gesti saranno tanti, le iniziative saranno numerose: inizieremo da Roma e poi scenderemo fino alla Campania, la Calabria, la Sicilia e poi risaliremo in Puglia fino ad arrivare poi a tutte le regioni italiane che già, con entusiasmo, stanno accogliendo questo invito. Perché quando Maria chiama il Popolo di Dio risponde sempre con tanta generosità e tanta gioia.
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