Covid - Regno Unito, cessazione del culto: sgomento dei cattolici
Anna Poce - Città del Vaticano
Monsignor Mark O’Tool, vescovo di Plymouth, in una lettera indirizzata ai deputati delle contee di Cornovaglia, Devon e Dorset, ha espresso tutto lo sgomento della comunità cattolica di fronte alla richiesta del governo di cessare, dal 5 novembre – data di inizio del nuovo lock down nel Paese – fino al 2 dicembre, gli atti di culto pubblico e comunitario. Questo, dopo che le comunità cattoliche hanno lavorato tanto per rendere le chiese luoghi sicuri in cui tutti potessero riunirsi in modo controllato e disciplinato. La proposta è stata pubblicata nella nuova guida alle restrizioni nazionali.
Il ruolo fondamentale delle comunità di fede
Il presule ha sottolineato come "Le comunità di fede abbiano svolto un ruolo vitale nel sostenere la salute fisica, spirituale e mentale in questi ultimi mesi, così come nell'incoraggiare attività caritatevoli vitali, che sostengono milioni di persone in tutti i settori della comunità, e specialmente i più vulnerabili”. Questo servizio, ha aggiunto, “è creato e sostenuto dal culto e dalla preghiera comuni”. La Messa, infatti, ha un ruolo centrale nella vita dei cattolici, ed “è essenziale nel sostenere la salute fisica, spirituale e mentale, oltre che nel nutrire l'energia e la generosità necessarie per servire gli altri".
La richiesta delle motivazioni
Monsignor O’Tool, dunque, ha invitato il Governo ad essere trasparente, a mostrare le prove che giustificano la decisione di vietare il culto pubblico e di pubblicare i dati che hanno portato a questa risoluzione. “Se tale prova non può essere prodotta – ha affermato il vescovo di Plymouth - allora la decisione di vietare il culto pubblico nelle chiese cattoliche dovrebbe essere rimossa dalla proposta di legge”.
Un trattamento equo
Il vescovo, infine, ha auspicato che la questione venga affrontata in Parlamento, “in modo che la comunità cattolica, e gli altri gruppi religiosi, siano trattati in modo equo, e con il riconoscimento dei legittimi diritti alla libertà religiosa e all'espressione, così profondamente radicati nella nostra democrazia”.
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