Consiglio episcopale Cei: come servire in questo tempo la nostra gente
Adriana Masotti - Città del Vaticano
La pandemia ha colpito da vicino la presidenza della Conferenza episcopale italiana perchè, come è noto, lo stesso cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei è attualmente ammalato di Covid-19, e dalla notte scorsa ricoverato in terapia intensiva. E’ a lui che va, dunque, il primo pensiero di monsignor Mario Meini, vice presidente dei vescovi italiani e vescovo di Fiesole, introducendo questa mattina i lavori della sessione straordinaria del Consiglio episcopale permanente, che si svolge questa volta in videoconferenza. Monsignor Meini legge il messaggio che il cardinale ha inviato per l'occasione: “È un momento di dolore per tanti!”, scrive Bassetti. “In questi mesi - prosegue - ho avuto modo di condividere la fatica e la stanchezza di un tempo inedito che sta interessando l’umanità intera. Eppure(…) anche quando tutto sembra finito, c’è uno spiraglio di luce che continua a indicare il cammino. C’è una voce che interpella e si propone come via per evitare solitudine e disperazione. Stiamo vivendo un cammino sconosciuto per alcune generazioni: è occasione per sentirci ed essere fratelli e sorelle riconciliati nel Dio della vita”.
Il grazie al Papa per i nuovi cardinali
Il secondo pensiero del vicepresidente della Cei è di gratitudine a Papa Francesco per la recente nomina di sei nuovi cardinali italiani: monsignor Marcello Semeraro e monsignor Augusto Paolo Lojudice, fra Mauro Gambetti e monsignor Silvano M. Tomasi, fra Raniero Cantalamessa, e monsignor Enrico Feroci. “È una scelta – dice monsignor Meini - che onora le nostre Chiese e che c’impegna a camminare nel solco tracciato dal Vangelo”.
Terrorismo: cordoglio e condanna da parte dei vescovi
Ma come sempre lo sguardo si allarga alle vicende del mondo e in primo piano nell'introduzione emergono gli episodi di terrorismo che hanno toccato nei giorni scorsi Nizza, Lione e, ieri, Vienna, compiuti da chi, afferma monsignor Meini, “cerca di minare alle fondamenta la nostra appartenenza e la nostra fede”. “Una recrudescenza di brutalità - prosegue - che serpeggia anche all’interno del resto d’Europa e che non possiamo ignorare: né come comunità cattolica, né come cittadini di una democrazia”. Insieme al cordoglio per le vittime e per le loro famiglie, dice monsignor Meini, i vescovi italiani condannano “fermamente la cultura dell’odio e del fondamentalismo che usa l’alibi religioso per corrodere con la violenza il tessuto della società, anche attraverso l’anticristianesimo e l’antisemitismo”. E si augurano che la violenza di pochi non disperda la “collaborazione fraterna” costruita nel tempo “da una grande maggioranza di persone di diverse religioni”, come da “tanti fratelli islamici” che soffrono in questo momento per quanto è accaduto.
Pandemia e responsabilità
Monsignor Meini torna poi alla questione che oggi si impone come prioritaria in tutto il mondo, la pandemia. Una realtà, afferma, con cui “ci troviamo di nuovo a confrontarci”, “che sta travolgendo i nostri piani e che c’impone una valutazione ulteriore”. In tutto il Paese, osserva, stanno cominciando a diradarsi le occasioni di incontro con gli altri che normalmente riempiono le nostre giornate: “Anche le attività educative e pastorali nelle nostre comunità, in via precauzionale, stanno prendendo nuove forme: emerge un forte e apprezzabile senso di responsabilità per la salute di tutti. Le relazioni interpersonali e comunitarie sono preziose, ma altrettanto importante, persino vitale, si rivela in questa fase la massima prudenza nei contatti e nelle occasioni pubbliche di riunione”.
Una grave crisi anche economica e sociale
La situazione che molti uomini e donne stanno vivendo in questo tempo e le loro domande, afferma ancora monsignor Meini, “ci hanno condotto alla necessità di riscoprire un annuncio del Vangelo capace ancora di toccare il quotidiano delle persone”. Un quotidiano preoccupante a causa degli effetti economici e sociali legati al Covid-19. Citando un rapporto della Caritas italiana, pubblicato lo scorso 17 ottobre, il vicepresidente della Cei, parla del profilarsi di una grave recessione economica. E fornisce alcuni dati. L’incidenza dei “nuovi poveri” passa dal 31% al 45%: quasi una persona su due si rivolge alla Caritas per la prima volta. Aumenta, in particolare, il peso delle famiglie con minori, delle donne, dei giovani, dei nuclei di italiani che risultano in maggioranza e delle persone in età lavorativa. Gli anziani sono costretti ad una solitudine sempre più isolante. Per la metà delle famiglie la crisi ha provocato, infatti, una riduzione del reddito. C’è poi il tema del lavoro, diventato precario per molte categorie: piccoli commercianti e lavoratori autonomi, lavoratori del mondo dello spettacolo e della cultura.
La Chiesa in contatto con le ferite dell'umanità
Di fronte a tante necessità, monsignor Meini ricorda quanto le Chiese locali in Italia hanno fatto, e stanno facendo, per assicurare il sostegno a tanti. Si tratta, citando Papa Francesco nell’Enciclica "Fratelli tutti", del dovere di prendersi “cura della fragilità di ogni uomo, di ogni donna, di ogni bambino e di ogni anziano, con quell’atteggiamento solidale e attento, l’atteggiamento di prossimità del Buon Samaritano”. Oggi, in modo particolare, conclude nella sua introduzione monsignor Meini, “siamo chiamati a entrare in contatto con le ferite profonde dell’umanità del nostro tempo” ed è in questo contesto che i vescovi del Consiglio episcopale permanente desiderano confrontarsi “per comprendere con realismo come servire e guidare oggi le nostre Chiese”.
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