Zimbabwe, appello dei vescovi a riconciliazione e unità
Isabella Piro - Città del Vaticano
L’invito è ad andarsi incontro l’uno l’altro, al di là dei confini sociali e politici, prendendosi anche cura del Creato. I vescovi dello Zimbabwe, in un messaggio per l’Avvento, il prossimo 29 novembre, incoraggiano i fedeli a compiere sforzi verso l’unità e la riconciliazione, esortando i settori socio-politici, economici e religiosi ad ascoltare la Parola di Dio. “Il Signore Gesù viene tra noi per rinnovarci – scrivono i presuli – La Sua venuta è anche una venuta di cose nuove, di idee nuove, di una rinnovata speranza in Lui e negli altri, e della capacità di agire insieme, se riusciamo ad avere fiducia reciproca e a ritrovarci al di là dei confini sociali e politici”. Centrale, soprattutto, il richiamo ai leader del governo affinché “tendano la mano ai partiti dell’opposizione, in modo che la speranza dell’Avvento possa riaccendersi nel popolo sofferente”.
La profonda crisi del post-Mugabe
Dal tempo il Paese africano registra una grave crisi sociale e politica: da quando il Capo di Stato Robert Mugabe è stato deposto nel novembre 2017, dopo circa 38 anni di potere, la nazione sta affrontando la peggiore crisi dell’ultimo decennio, con gravi carenze di beni primari, come carburante ed elettricità, e prezzi in aumento. A giugno 2019, il tasso di inflazione ha raggiunto il 176 per cento e si calcola che, entro la fine dell’anno, 8 milioni di cittadini, su un totale di circa 15 milioni, saranno in emergenza alimentare. Intanto, medici e infermieri sono in sciopero ormai da 7 mesi e la situazione, già di per sé molto critica, è aggravata dalla pandemia da Covid-19.
La politica agisca ispirata da amore e carità
La Conferenza episcopale ricorda che la politica deve essere "ispirata dall'incontro con Cristo e intrisa di amore e di carità”, perché “una politica senza carità non può mai portare il bene comune” e “l'amore di un politico per la nazione e per il bene comune si vede nel modo in cui tratta le voci dissenzienti". Dio, infatti, “ha creato tutti gli esseri umani uguali in diritti, doveri e dignità e li ha chiamati a vivere insieme come fratelli e sorelle e questa chiamata a vivere insieme e a riconoscere la dignità e i diritti dell'altro è la base per una convergenza nazionale".
L’invito alla conversione ecologica
Quanto alla salvaguardia del Creato, la Chiesa cattolica in Zimbabwe guarda all’Enciclica di Papa Francesco “Laudato si’ sulla cura della casa comune”, invitando i fedeli ad una vera “conversione ecologica” per porre fine alla “distruzione dell’ambiente”. L’attuale crisi ambientale, prosegue il messaggio, riguarda tutti ed è “alimentata dalla povertà, dagli interessi commerciali e dal consumismo”, perché “lo sfruttamento e il degrado ambientale influenzano la vita delle persone e il loro diritto, dato da Dio, di godere di ciò che è stato creato per tutti". In tempo di Avvento, dunque, lo sguardo dei cristiani deve essere rivolto anche verso ciò che “può frenare la distruzione” del Paese, “gioiello dell’Africa”.
La pandemia chiede aiuto reciproco e comunione nazionale
Il messaggio episcopale non dimentica, poi, la pandemia da Covid-19 che, in Zimbabwe, ha provocato quasi 9mila casi: il 2020 “è stato un anno difficile”, affermano i vescovi che quindi invitano i fedeli a “mettere il bene comune al centro dei piani di ripresa” dall’emergenza. “Dobbiamo aiutarci l'un l'altro. Il semplice essere gentili è un piccolo modo per farlo”, spiegano. In questo senso, la Chiesa auspica che, con l’inizio dell’Avvento, i fedeli possano riprendere a partecipare fisicamente alle celebrazioni liturgiche perché ciò “aiuterà a favorire la comunione” nazionale. Infine, dai presuli l’incoraggiamento a “pensare in modo creativo, positivo e concreto al futuro che si sogna e si desidera”, così da “costruire lo Zimbabwe che vogliamo”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui