Bartolomeo: La Civiltà Cattolica, sapiente voce cristiana e teologica
Debora Donnini – Città del Vaticano
“Il periodico La Civiltà Cattolica mette in risalto il contributo della fede cristiana nella cultura, l’importanza del dialogo del Cristianesimo con la filosofia e le diverse correnti ideologiche, con le religioni, con la scienza e, più in generale, con lo spazio della politica e i movimenti sociali, sempre in base alla tradizione e come manifestazione della autocoscienza della Chiesa Romano-Cattolica e del Suo Santissimo Primate”. Così scrive il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I nella lettera inviata a padre Antonio Spadaro, direttore della più antica rivista in lingua italiana, che compie 170 anni. Sono parole di stima, di congratulazioni per l’“ammirevole contributo del periodico” alla Chiesa, alla società e alla cultura, e di augurio di una “continuazione di buona testimonianza e di servizio”, quelle che Bartolomeo rivolge sottolineando che “La Civiltà Cattolica costituisce una voce cristiana e teologica armoniosa, sapiente e chiara nel mondo, che rivela con precisione impressionante le dimensioni dei grandi problemi dell’epoca e la direzione in cui bisogna cercare la loro soluzione”.
Validità e ricchezza dei punti di vista
In particolare, il Patriarca Bartolomeo sottolinea come “l’azione dei padri Gesuiti nel mondo, la conoscenza da vicino delle diverse culture, lo studio sistematico delle religioni, il monitoraggio dei progressi scientifici, l’analisi e la valutazione dei dati sociali”, assicurino agli articoli del periodico “validità e ricchezza di punti di vista”. Per Bartolomeo, il termine «testimonianza»-«martyria» riassume, poi, la lunga presenza del periodico. A contraddistinguerne l’identità, sono la “sintesi creativa di tradizionalità e di attualità, la assoluta fedeltà al servizio della Chiesa di Roma, la sensibilità acuta ai segni dei tempi, l’apertura al mondo”, l’orientamento a “ciò, di cui c’è bisogno”, nelle vitali necessità esistenziali dell’uomo.
La fede rafforza davanti a ostacoli insuperabili
Bartolomeo mette, quindi, in evidenza come “tutte queste cose” siano al servizio nella irremovibile certezza che “la nostra cittadinanza è nei cieli”. La fede in Cristo, infatti, rafforza l’uomo “pure davanti a ostacoli insuperabili e senza via d’uscita” ed è certo, nota ancora, che “quando viene a mancare la fede nel destino eterno dell’uomo, la vita porta il marchio della vanità”.
Amore per Dio e per il prossimo i pilastri della vita cristiana
Il Patriarca rimarca, con forza, come “l’indissolubile relazione e l’unità d’amore verso Dio e d’amore verso il prossimo, come questa viene espressa nel Nuovo Testamento, è il supremo ethos che ha conosciuto l’umanità durante l’intero suo corso storico. L’amore per Dio e l’amore per l’uomo costituiscono i due pilastri della esistenza cristiana”. Proprio “da questa doppia relazione della vita e della spiritualità del fedele sgorgano dinamismo ammirevole, iniziative ispirate, fantasia pastorale, abnegazione e disposizione al beneficio per il prossimo”.
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