Antonio 20-22: pellegrinaggio a piedi sulle orme del Santo
Antonella Palermo – Città del Vaticano
Rimettersi sui passi di Sant’Antonio vuol dire attualizzare lo stile di un uomo che ha saputo coniugare la predicazione di alto profilo con le azioni di carità e la vicinanza ai più svantaggiati. Compatibilmente con l’evoluzione della pandemia – che ha già imposto uno slittamento dell’iniziativa e che ridimensionerà molto probabilmente, via via, il programma – l’invito è di partecipare, mediante iscrizione sul sito www.antonio2022.org, ad una esperienza poliedrica a partire dalla primavera 2021. Ce ne parla il padre Paolo Floretta, coordinatore del progetto Antonio 20-22.
Predicazione senza dimenticare gli ultimi
“E’ stato un santo solidale, che ha formato tanti cristiani con la sua predicazione diffusa nel nord Italia e nel sud della Francia”, spiega il religioso. Sant’Antonio era già monaco agostiniano quando maturò la vocazione a diventare francescano, guardando alla testimonianza di alcuni martiri in missione in Marocco. “Molto attento ai poveri, ha dato un grosso apporto soprattutto per i debitori insolventi – ricorda padre Paolo - diventando anche uno dei primi difensori dei diritti umani. Il fascino nasce dal saper coniugare l’alto e il basso, si potrebbe dire: la contemplazione mistica e il contatto con la gente comune. Ha saputo parlare con chiunque diventando paladino dei più poveri”.
La sapienza comunicativa di Sant’Antonio, modello per la Chiesa
Sant’Antonio di Padova è Dottore evangelico che ha posto al centro del suo apostolato la comunicazione. Il suo stile ci insegna che per una comunicazione efficace, anche nell’ambito ecclesiale, bisogna “partire dalle domande e dai problemi delle persone utilizzando un linguaggio, come testimoniato nei Sermoni, estremamente concreto che aiuti le persone a immedesimarsi in alcune situazioni”, precisa padre Floretta. “Sant’Antonio era preoccupato di dare linee guida per vivere meglio la vita – aggiunge - suggerire vie pratiche che valorizzino la vita in modo che ciascuno abbia la possibilità di trovare un proprio posto per fiorire ed esprimere nei confronti degli altri l’amore fraterno”.
Un naufrago sulle coste siciliane
E’ un santo spiaggiato, Sant’Antonio. “A Capo Milazzo, ricorderemo infatti la realtà delle migrazioni, i quesiti che essa pone, proprio su questo aspetto biografico del Santo”, annuncia Floretta. Precisa che Antonio di Padova ha saputo cosa vuol dire passare attraverso una tempesta per risalire l’Italia e sapersi anche acclimatare alla cultura, agli usi, ai linguaggi, agli ambienti. “Sant’Antonio è davvero un grande testimone di una integrazione feconda”, scandisce il religioso: “Di fatto sta ancora fecondando il mondo con la sua presenza importante non solo fra i cristiani. Sappiamo infatti che è pregato anche dai musulmani, dagli induisti e dai buddisti”. Sotto questo profilo, è un Santo che incarna pienamente lo spirito dell'enciclica Fratelli tutti: riconoscere l’altro come fratello in Cristo.
Un pellegrinaggio di 97 tappe
E’ un percorso abbastanza articolato, quello proposto dai frati. “Lo stiamo ancora raffinando”, spiega padre Paolo, il quale anticipa che la caratteristica del percorso è quella di una tematizzazione regionale: in Sicilia sarà approfondito il tema della migrazione, in Calabria quello della legalità, in Basilicata il rapporto con la natura, in Umbria il tema dei percorsi spirituali, in Emilia la pastorale legata alla predicazione, a Padova gli aspetti più teologici e caritativi. “La qualità di una partecipazione fisica, dove si esprime la cifra antropologica del camminare, è una modalità di stare al mondo, di pensare, di vivere la spiritualità dell’homo viator”, conclude Floretta nel sottolineare il magis insito nella scelta di compiere un pellegrinaggio per una celebrazione di questo tipo. “Faremo esperienza dell’andare verso Dio scoprendo che anche Dio è un Dio non immobile, ma che viene incontro all’uomo”.
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