Caritas Ambrosiana: aiutare la gente a non perdere la speranza
Marina Tomarro - Città del Vaticano
Sono sempre più numerose a Milano, le famiglie che, perdendo il lavoro in questo momento di difficoltà legate alla pandemia, sono costrette a rivolgersi alla rete di assistenza della Caritas Ambrosiana per avere beni di prima necessità. Proprio in questi giorni nella zona di Rho è stato inaugurato il decimo Emporio della solidarietà che, accanto alla tradizionale forma di aiuto alimentare che nelle parrocchie avviene attraverso la distribuzione di pacchi viveri, si sono rivelati un’essenziale rete di protezione tanto da prevedere due nuove aperture di questi speciali minimarket della solidarietà, nel 2021.
Sempre più alto il numero delle famiglie a rischio povertà
“L’esperienza dell'Emporio Caritas della diocesi di Milano – spiega Andrea Fanzago, responsabile Area povertà alimentare di Caritas Ambrosiana - è stata avviata, praticamente dal 2015, dopo Expo. La filosofia dell’intervento è da una parte l'impegno a contrastare lo spreco alimentare con tutte le attività di informazione e sensibilizzazione del territorio e dall'altra dimostrare una prossimità alle persone che in questo momento si trovano in difficoltà. Non c'è assistenzialismo, ma c'è un lavoro di affiancamento e accompagnamento delle famiglie che sono in carico ai Centri di ascolto,per tentare si portare fuori queste persone da situaizoni di povertà così poco dognitose”.
All’inaugurazione del nuovo Emporio l’arcivescovo Delpini, ha sottolineato che questa realtà aiuta le persone a diventare cittadini attivi. Cosa vuol dire?
R. - Tecnicamente l’Emporio è un minimarket, dove le famiglie individuate dai Centri di ascolto, possono fare la spesa gratuitamente in base a una tessera punti loro assegnata e legata alle loro condizioni socio-economiche. Contemporaneamente vengono messe in campo diverse azioni di sostegno al reddito, come il Fondo San Giuseppe, oppure percorsi di riqualificazione professionale e di formazione insieme a tirocini, per aiutarli a rimettersi in carreggiata. Questo in una situazione di normalità. In questo momento in cui il mondo del lavoro è praticamente paralizzato, è chiaro che il sostegno viene garantito, soprattutto per l'aiuto alimentare. Con queste tessere che hanno una durata di sei mesi più sei mesi rinnovabili, si cerca di tranquillizzare le famiglie proprio per verificare l'andamento nel percorso di reinserimento, di recupero sociale del nucleo.
In questo momento qual è la realtà milanese? Quanto ha influito il Covid?
R. - Le famiglie che si rivolgono a noi praticamente sono quelle che o avevano un lavoro precario, oppure non regolare, o part-time, che con questa riduzione drastica degli orari di lavoro, spesso è stato interrotto. Queste famiglie si sono trovate così da un giorno all’altro sulla soglia della povertà, e se prima riuscivano in qualche modo a galleggiare con questa crisi sono sprofondate. Spesso la situazione è stata resa più dura perché essendo non abituate a chiedere aiuti, non sapevano bene neanche a chi rivolgersi. Con l'Emporio si riesce a rispettare anche la dignità di queste persone, perché le famiglie entrano nei nostri minimarket e fanno la spesa autonomamente. Quindi con questi interventi salvaguardiamo il rispetto della dignità, oltre che la promozione umana nel senso dello sforzo di accompagnamento. I numeri ci dicono che sono in crescita, abbiamo superato le diecimila persone che sono affiancate o hanno frequentato gli Empori della solidarietà e le botteghe solidali, con un aumento di più del 40% rispetto alla i primi sei mesi del 2020. Questa è una situazione che temiamo si protrarrà anche nel 2021. Il lavoro che stiamo facendo fare al Centro di ascolto, è proprio di comunicare a tutte le famiglie, di rimanere tranquille, perché la tessera sarà rinnovata per i primi sei mesi del 2021, in modo che vi sia il tempo per tornare alla normalità e ad una stabilizzazione dell'economia familiare di questi nuclei.
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