Diocesi di Roma, concerto di Natale. Frisina: un dono di speranza e di gioia
Fabio Colagrande e Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
La pandemia non ferma il tradizionale Concerto di Natale nella Basilica di San Giovanni in Laterano, promosso dalla diocesi di Roma. Seppur in numero ridotto, nel rispetto delle disposizioni governative, gli elementi del Coro della diocesi capitolina e l’orchestra sinfonica Fideles et Amati, eseguiranno i più celebri canti natalizi internazionali tra cui un medley europeo e ancora "Tu scendi dalle stelle”, “Joy to the world”, “Mele kalikimaka”, “Adeste fideles”, Stille nacht”,“Tante schiere d’angeli” e tanti altri.
Evento in diretta tv e Facebook
L'appuntamento è alle 18.30 di questa domenica. La direzione è affidata al maestro monsignor Marco Frisina alla presenza del cardinale vicario Angelo De Donatis, ma non del pubblico che invece potrà seguire l’evento da casa, in diretta televisiva su Telepace e in streaming sulla pagina Facebook della diocesi di Roma.
Un concerto che vuole essere un segno di speranza
"La paura di non poter realizzare questo Concerto c'è stata - confida nell'intervista di Fabio Colagrande, monsignor Marco Frisina - sia per il distanziamento che ci è imposto sia per l'assenza di pubblico che dobbiamo rispettare, ma poi il coraggio e l'incoraggiamento del cardinale vicario sono stati più forti. E allora cogliamo l'occasione per dare il nostro segno di speranza al popolo di Dio". Arrivati alla trentaseiesima edizione dell'evento, spiega il direttore del Coro della Diocesi di Roma , "non siamo più giovani sacerdoti" ma restiamo desiderosi di "essere dono per gli altri". Il desiderio più grande è dunque quello di esserci, di raggiungere soprattutto quanti sono a casa e trascorreranno il Natale soli, gli ammalati, gli anziani che non potranno ricevere i parenti. "Ecco per loro - dice monsignor Marco - vogliamo suonare e cantare".
Una vicinanza e una presenza diversa da tutti gli altri anni
La formazione è ridotta. Ci saranno solo 40 cantori e 24 orchestrali e anche questo, confida monsignor Marco Frisina, è una sofferenza: non essere tutti insieme e non poter condividere la gioia con la presenza del popolo di Dio in cattedrale. Il grazie dunque va alla televisione e ai moderni mezzi di comunicazione che comunque permetteranno vicinanza e presenza seppur in una forma diversa. Poi una riflessione sul programma. Il maestro indica nella "gioia" il filo conduttore dei canti scelti, proprio "per evitare il senso di solitudine che è già forte di per sé per quanto stiamo vivendo. Dunque la gioia, e per questo motivo iniziamo dal Gloria che ci dà il senso del Natale, e poi i canti popolari della tradizione e nuovi, anche composizioni scritte da me".
Gioia e riflessione, grazie al potere della musica
Ma la gioia non è tutto. Il Concerto vuole essere anche un'occasione di riflessione su questo momento difficile e sul Natale che comunque viene a portare la Luce che illumina ogni dolore. La musica ci aiuta a non cedere alla malinconia: "La musica - dice Frisina - è il dono che Dio ci ha dato per incoraggiarci e tenerci uniti. La musica, non dimentichiamo, si fa insieme". Monsignor Marco sottolinea anche l'importanza del linguaggio musicale nei momenti di fede, quelli cruciali. "La musica - dice - è un linguaggio che ci fa entrare nel cuore del mistero: Dio ci ha donato la musica per avere una comunicazione speciale con Lui e tra di noi, perché non richiede traduzione e parla ad ogni cuore, facendo sperimentare la bellezza di Dio che è universale". E poi, dice Frisina, la musica rende partecipe dei grandi sentimenti, ci unisce, ci fa sentire meno soli: "La musica è come una medicina che Dio ci dà, un balsamo, un sollievo". "Credo - dopo tanti anni - che la musica scritta e eseguita è sempre un miracolo e la Liturgia se ne serve per elevare i cuori a Dio".
Ai musicisti in sofferenza: non cedete alla tristezza
Il direttore della Diocesi di Roma in conclusione rivolge il suo pensiero ai tanti musicisti che in questo difficile periodo si sono travati senza lavoro e in sofferenza. "Il Natale ci insegna che si può insieme vincere anche questo disagio che viviamo, e ai musicisti mi sento di dire di fare tesoro del valore della musica, che è condivisione di sentimenti e per noi credenti, di lode e preghiere. Non cedete alla tristezza, pensate che la musica Dio ce l'ha donata per dire ciò che la parola non riesce a dire. Dopo la notte e la sofferenza ci sarà la luce, il disagio economico e questo momento, passeranno. Questo concerto, come tanti altri momenti, può essere un segno di speranza e di incoraggiamento: diamolo e sentiamolo su di noi".
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