Fra Leonardo Grasso, vittima di un incendio doloso: uomo di coraggio e generosità
Adriana Masotti - Città del Vaticano
E' stato fermato quasi subito dai carabinieri a Catania, il presunto autore dell'incendio alla sede della Tenda di San Camillo, la casa di recupero per persone con problemi di tossicodipendenza e per ammalati di Aids che da anni operava sulla strada statale 114 a Riposto, nel Catanese. Si tratta di un ospite della struttura stessa che si era allontanato con l'auto di fra Leonardo Grasso, il responsabile della casa, che è rimasto ucciso nel rogo divampato verso le 5 di questa mattina. Fra Leonardo aveva 78 anni e apparteneva alla Famiglia religiosa dei Camilliani. La posizione del presunto colpevole è ora al vaglio della Procura distrettuale della città siciliana. La dinamica è ancora tutta da ricostruire, ma non ci sono dubbi sulla natura dolosa del rogo, spiegano i militari che hanno rinvenuto sul posto liquido infiammabile. La struttura accoglieva in questo momento 6 persone. A recarsi immediatamenbte sul posto anche monsignor Antonino Raspanti, vescovo di Acireale, la diocesi a cui appartiene Riposto. Ai nostri microfoni monsignor Raspanti esprime grande dolore per la perdita di fra Leonardo Grasso che descrive come uomo determinato nella sua scelta di dedicarsi agli ammalati e ai sofferenti che serviva con generosità:
R. - Chiaramente, è un dolore grande anzitutto perché con il mio predecessore, credo una quindicina di anni fa, era sorta questa struttura per la quale i padri Camilliani e in parte noi della diocesi con la Caritas, c'eravamo impegnati per offrire un sostegno. Venivano ospitati alcuni tossicodipendenti, soprattutto persone che poi avevano contratto l'Aids e fra Leonardo era da sempre l'animatore principale di questa casa. Si tratta di una bella villetta dei padri camilliani, adeguata a questo tipo di di cure e c'erano soltanto 6 residenti in questo momento. A quanto pare questa mattina verso le 5 si è sviluppato un incendio proprio nel primo piano dove dormiva fra Leonardo e sembra che una persona che abitava lì da due anni sia poi fuggita con un'auto degli stessi padri. Io non ho potuto vedere la vittima, ho visto gli altri ospiti, i famigliari che erano lì presenti. Ho parlato con i carabinieri, sembra che la salma non fosse proprio carbonizzata. Diciamo che era rannicchiato in un angolo e ancora non si capisce come si sia sviluppato tutto questo. So che è stata bloccata questa persona che si è allontanata da casa, però di più non so. Si dovrà capire com'è avvenuta tutta la dinamica: c'è stato un alterco, c'è stata una lite tra i due, c'è stato prima un incidente grave e poi l'incendio o viceversa? Ecco sono tutte domande alle quali oggi non sono in grado di rispondere. Anche perché gli stessi padri camilliani che ho incontrato sul posto e che abitano nella casa accanto, non mi hanno detto nulla di più, mi dicevano solo che la persona che si è allontanata era una persona un po' difficile, che aveva tante difficoltà, aveva delle crisi tante volte.
"Tenda di San Camillo", questo il nome della struttura di accoglienza. Che cosa ci può dire a riguardo, c'erano dei problemi particolari? Qual era la sua situazione?
R. - Fra Leonardo mi raccontava che andava avanti con grande regolarità, per quanto alcune volte la situazione fosse difficile, perché non tutte le persone che erano lì, erano facili e semplici da far convivere insieme. Anche se alcuni vivevano lì da parecchi anni. Voglio esprimere il mio dolore e la mia grande vicinanza, naturalmente, a tutta la famiglia camilliana che perde oggi una valida persona.
Ecco, ci dice qualche cosa di più di questo religioso? Ho sentito che è arrivato alla vocazione in maniera un po' particolare...
R. - So che prima era una specie di mediatore, mi pare lavorasse per un'agenzia immobiliare del catanese. Dopodiché incontrandosi con i padri camilliani rimase colpito. Era particolarmente sensibile a questa loro attività, qui loro gestiscono anche una piccola struttura sanitaria di aiuto a bambini e ragazzi che vivono in condizioni di salute critiche, e lui è rimasto molto colpito da questo carisma che spinge a prendersi cura delle persone che hanno delle difficoltà. Allora, volle proprio dedicarsi a questo e cominciò a frequentarli e a collaborare con loro, e a un certo punto decise di consacrarsi completamente facendo i voti, e la famiglia camilliana non ha avuto difficoltà ad accettarlo, anzi ha visto la rettitudine della persona e l'ha accolto. E lui si dedicava sempre a tutto questo mondo che ha a che fare con la salute. Poi ci fu l'idea di aprire questa casa per un'emergenza che alcuni anni fa era molto pesante, una casa che si occupasse degli ammalati di Aids, e a questa casa si è sempre dedicato quasi da solo. Il resto della comunità vive nell'altra casa a poche centinaia di metri e quindi spesso lui dormiva quasi da solo nella sua comunità, correndo tante volte anche dei rischi. La casa, infatti, non è di recente costruzione, è un'antica villa che ha avuto bisogno di continui lavori al tetto, ai cornicioni ecc... E lui Intrepido, è sempre rimasto lì, non si muoveva, anche quando non aveva il denaro per farlo, chiamava i muratori, chiamava gli amici, non si fermava dinanzi a nessuna difficoltà in ordine materiale, ma nemmeno dinanzi alle difficoltà che creava la problematicità delle persone che vivevano lì, con cui non era sempre facile la convivenza, ma lui, ripeto, era intrepido e andava avanti con generosità.
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