Il Natale diventa giorno festivo in tutto l’Iraq
Andrea De Angelis – Città del Vaticano
La festa del Natale arriva in Iraq, ufficialmente e per sempre, dopo il voto unanime del Parlamento che ha recepito una proposta già formulata negli scorsi mesi, resa nota in occasione di un colloquio tra il Presidente iracheno Barham Salih ed il Patriarca caldeo, il cardinale Louis Raphael Sako. Quest’ultimo ha manifestato la sua gioia e gratitudine per una decisione tanto attesa.
Gli anni passati
Le autorità politiche irachene avevano già aperto al riconoscimento della festività del Natale nel 2008, ma “una tantum” e non su tutto il territorio nazionale. Nel 2013, ad esempio, il governo di Baghdad aveva stabilito che quel 25 dicembre sarebbe stato festa nazionale. Un giorno quindi di riposo da vivere con la famiglia per la minoranza cristiana. Due anni fa, poi, il Governo aveva approvato un emendamento alla Legge sulle festività nazionali, elevando il Natale al rango di celebrazione pubblica per tutti i cittadini, cristiani e musulmani. Si trattava però di un provvedimento nuovamente limitato nel tempo, riferito cioè solo a quella data specifica: il 25 dicembre 2018. Lo scorso anno, poi, il cardinale Louis Raphael Sako aveva dato disposizione di celebrare il Natale in maniera sobria, senza momenti conviviali pubblici, come segno di vicinanza alle famiglie delle centinaia di morti e dei feriti registrati durante le proteste e gli scontri di piazza che nei mesi precedenti avevano scosso il Paese. A distanza di dodici mesi la notizia tanto attesa.
La scelta di oggi
Da quest’anno, dunque, il Natale diventa "per sempre" una festività nazionale in Iraq. Il cardinale Louis Raphael Sako, subito dopo aver appreso la notizia della decisione unanime del Parlamento, ha diffuso un messaggio in cui ringrazia il Presidente iracheno Barham Salih, il Presidente del Parlamento Muhammad al Halbousi e tutti i parlamentari “per il voto espresso per il bene dei loro concittadini cristiani”, invocando per tutti loro la benedizione e la ricompensa di Dio. Lo scorso 17 ottobre, come riferito dall’Agenzia Fides, lo stesso cardinale Sako aveva esposto al Presidente Salih la proposta di far presentare in Parlamento un disegno di legge volto a riconoscere il Natale come giorno festivo in tutto l’Iraq. In quell’occasione, ricevendo presso la propria residenza il Patriarca caldeo, il Presidente Salih aveva messo in risalto il ruolo delle comunità cristiane nella ricostruzione del Paese, dopo gli anni dell’occupazione jihadista di Mosul e di ampie regioni del nord Iraq.
Il Viaggio del Papa
La notizia di oggi assume un significato speciale pensando al Viaggio Apostolico, annunciato proprio questo mese, che il Papa farà in Iraq dal 5 all’8 marzo 2021. Francesco, dopo quindici mesi durante i quali ha sospeso i pellegrinaggi internazionali a causa della pandemia, “accogliendo l’invito della Repubblica d’Iraq e della Chiesa cattolica locale - ha affermato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede Matteo Bruni -, visiterà Baghdad, la piana di Ur, legata alla memoria di Abramo, la città di Erbil, così come Mosul e Qaraqosh nella piana di Ninive”.
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