RnS, nel segno della Fratelli tutti
Emanuela Campanile - Città del Vaticano
“La carità fraterna, nelle sue concrete espressioni di prossimità e nelle molteplici realizzazioni ha sempre rappresentato un cardine fondamentale nelle proiezioni pastorali e comunitarie del RnS, sin dalle sue origini". Lo afferma in una nota Rinnovamento nello Spirto Santo (RnS), presentando la 44ma Conferenza nazionale animatori, che si svolge in questo fine settimana - (12-13 dicembre) in diretta streaming - sul tema “E voi siete tutti miei fratelli” (Mt 23, 8).
Un percorso - prosegue il comunicato - iniziato con il terzo documento teologico pastorale di Malines del 1979, scritto dal cardinale Leo J. Suenens e dal vescovo delle favelas dom Helder Camara, e che oggi approda a nuovi esiti con l’enciclica sociale di Papa Francesco ‘Fratelli tutti’. Ma in che termini? “L’appello ad una Misericordia salvifica, ad una carità che si incarna nella storia, non è certo nuovo - spiega nell'intervista il presidente di RnS, Salvatore Martinez - Dall'inizio del pontificato Papa Francesco non si stanca di esortare il popolo di Dio, i credenti, i movimenti a dar corso a questa nuova stagione di prossimità. Il Covid - prosegue Martinez - ha ulteriormente accentuato fragilità, povertà è sofferenze e il Rinnovamento nello Spirito si ispira alla pagina del Vangelo nella quale Gesù dice che l'unzione dello Spirito è per andare ai poveri, agli ammalati ai ciechi e agli oppressi".
R.- "La nostra non è mai una fede statica o disincarnata o disinteressata alle grandi questioni della storia. Ogni anno, la Conferenza nazionale animatori si modella su una Esortazione apostolica, un’ enciclica…dunque c'è parsa provvidenziale la pubblicazione di questa enciclica e abbiamo voluto trarre proprio dalle parole "Fratelli tutti, Nessuno si salva da solo", lo spazio di un agire ancora più incisivo da parte di tutti i nostri gruppi e comunità del rinnovamento in Italia e nel mondo, siamo 1700. Dunque, sarà un grande appello a fare della carità spirituale e materiale il nostro programma di vita personale familiare e comunitario.
Perchè avete definito questa 44ma Conferenza "programmatica" e "profetica"?
R.- Programmatica, perché vogliamo scrivere insieme un nuovo programma di prossimità e di carità e avremo modo di ascoltare testimonianze dalle realtà locali. Che ci raccontano in quanti modi la Fede è diventata operosa nel tempo del Covid-19. Elaboreremo degli impegni di carità fraterna che tutte le realtà del Rinnovamento potranno assumere con una speciale soggettività che riguarda i giovani, le famiglie, i sacerdoti e gli anziani che, al contempo, diventano i soggetti e i destinatari di questa azione di prossimità e di carità. Profetica, perché sappiamo che c'è bisogno di essere faro nella notte, c'è bisogno di accendere nuove luci, di un calore maggiore che ci proviene dalla fede. Abbiamo voluto assumere anche le 14 Opere di Misericordia spirituale e corporale come preparazione immediata a questa Conferenza per dire che in ogni modo ci si può fare uno con chi soffre, con chi è nella povertà. Serve una strategia, serve organizzazione e pertanto saranno elaborate delle azioni distintive, ma serve anche quella passione umana che ci deriva dalla passione per Dio che ci fa diventare fratelli. Il sogno di una fraternità umana, di una umanità riconciliata - che è di Francesco - tocca profondamente le corde della vita del nostro movimento, dunque riteniamo che questa Conferenza possa realmente definirsi oltre che programmatica, profetica.
Come descriverebbe il momento storico che stiamo vivendo?
R. - I cristiani sanno cogliere nel tempo il kairos, e quindi non soltanto lo scorrere degli anni, ma il tempo di Dio, Il tempo opportuno nel quale cogliere la voce di Dio. A noi pare che il Covid abbia reso evidente questo richiamo di Dio all'essenzialità, al recupero della dignità umana, al valore della vita, della salute, della famiglia. E' incredibile, ma il Covid ci ha fatto recuperare una dimensione di umanità, di prossimità che avevamo smarrito. C'è sempre un prezzo da pagare, ed è evidente che questo passa dalle sofferenze: il migliore banco di prova per l'umanità. Dunque, c'è da cogliere anche in mezzo a tante tragedie e sofferenze che si stanno consumando - e che ancora si consumeranno - un grande appello da parte di Dio, a fare in modo che ci possa essere un'umanità riconciliata nell'amore e nella misericordia. Il solo fatto di avere messo il diritto alla salute come capi saldo della vita delle nostre democrazie, al di sopra di qualsiasi forma di libertà personale e comunitaria è, non soltanto, un inno alla vita, ma un ricordare la dignità che ha ogni uomo, la dignità di chi soffre, di chi muore, di chi è solo, di chi rimane povero. Mai come ora queste categorie, completamente escluse dalle riflessioni quotidiane dei nostri midia o dalle attenzioni della politica e dell'economia, sono diventate invece la misura, il discrimine della vita delle nostre società. Quindi, sì, è vero che il Covid sta ferendo profondamente il nostro mondo, ma è altrettanto vero che questa ferita può considerarsi una feritoia di grazia, di umanità, di rinnovamento di cui il nostro tempo, il nostro secolo all'inizio del millennio aveva anche bisogno.
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