Cerca

Basilica della Vergine di Lujan, durante una Messa per la protezione della vita Basilica della Vergine di Lujan, durante una Messa per la protezione della vita 

Aborto, Argentina. Francescani secolari: la legge è incostituzionale

Pieno dissenso da parte dei frati sulla legalizzazione dell'aborto approvata dal Senato lo scorso 30 dicembre e un forte appello ad accompagnare seriamente le donne in gravidanza, particolarmente vulnerabili, per rendere la società sempre più consapevole del fatto che “l’interruzione volontaria di gravidanza è un crimine perché ogni vita ha il suo valore”

Isabella Piro - Città del Vaticano

Con tono fermo e deciso, l’Ordine Francescano secolare dell’Argentina esprime il suo dissenso in merito alla normativa sulla legalizzazione dell’aborto, approvata dal Senato nazionale lo scorso 30 dicembre. “Si tratta di una legge incostituzionale – afferma l’Ordine in un comunicato – Come argentini e francescani secolari, ci sentiamo feriti e traditi: ancora una volta, donne e bambini, categorie tra le più vulnerabili e senza voce, vengono maltrattati e uccisi: i minori incontrano una morte infame nel grembo materno”, mentre per le loro madri si prospettano nuove forme di sfruttamento. Per questo, l’Ordine esprime il suo “ripudio della legge sull’aborto” e ribadisce, piuttosto, l’importanza di “accompagnare seriamente le donne in gravidanza, particolarmente vulnerabili”, per rendere la società sempre più consapevole del fatto che “l’interruzione volontaria di gravidanza è un crimine perché ogni vita ha il suo valore”.

Non serve la rabbia, ma la preghiera e la conversione delle menti

“Non scoraggiamoci – ribadiscono tuttavia i Francescani secolari – non ragioniamo in termini di ‘occhio per occhio’ per una vendetta meschina, non lasciamoci prendere dalla rabbia che paralizza e non porta mai buoni consigli”. Piuttosto, “preghiamo per la conversione delle menti, dei cuori e delle azioni, affinché si porti la vita e non la morte”. “Animati dallo Spirito Santo – conclude la nota – siamo certi che l’ultima parola della storia non è degli uomini, ma del Signore Gesù Cristo, il Figlio di Dio nato da una donna”.

Approvata in Senato con 38 voti favorevoli e 29 contrari, l’interruzione volontaria di gravidanza in Argentina è stata autorizzato dopo dodici ore di dibattito. Immediata la reazione della Conferenza episcopale nazionale (Cea) che, in una nota diffusa subito dopo il voto, ha ribadito che "continuerà a lavorare con fermezza e passione in favore della cura e del servizio alla vita". Dai presuli anche il rammarico della "lontananza" dimostrata dallo Stato nei confronti della popolazione "che in diverse occasioni si è espressa in favore della vita". "Continueremo a lavorare – hanno detto i vescovi - per le priorità autentiche che richiedono attenzione urgente nel nostro Paese", quali l'aumento della povertà tra i minori, l'abbandono scolastico, "la pandemia della fame", la disoccupazione e "la drammatica situazione dei pensionati". "Difendere sempre la vita, senza esitazioni – ha concluso la Cea - ci renderà capaci di costruire una nazione giusta e solidale, in cui nessuno venga scartato e nella quale si possa vivere una vera cultura dell'incontro".

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

08 gennaio 2021, 07:34