Sedac: i governi rispettino i diritti dei migranti
Isabella Piro - Città del Vaticano
Non violare i diritti umani dei migranti: lo chiede il Sedac (Segretariato episcopale per l’America Centrale) in una nota, suddivisa in nove punti, riguardante la carovana di migranti honduregni che hanno lasciato la loro patria in questi giorni, a causa di disoccupazione, violenze, pandemia e dei gravi danni causati dai due uragani, Eta e Iota, che hanno recentemente colpito l’America centrale. Novemila, secondo le prime stime, le persone che hanno già superato il confine con il Guatemala, mentre non sono mancate tensioni e scontri con le forze dell’ordine, che hanno usato gas lacrimogeni per fermare il flusso di persone. “Riconosciamo e rispettiamo il legittimi diritto alla sovranità dei Paesi coinvolti nel transito di questi migranti – scrive il Sedac – Tuttavia, a nome della carità politica auspicata da Papa Francesco, chiediamo di non violare i loro diritti umani e di mettere in atto un atteggiamento profondamente umanitario, indipendentemente dalla loro condizione di migranti”.
Le richieste della Chiesa: sicurezza, solidarietà e impegno politico
“Di fronte ad eventuali atti di violenza – aggiungono i presuli – chiediamo urgentemente alle istituzioni di garantire e controllare la conformità e il rispetto dei diritti umani e delle garanzie costituzionali, che vanno monitorate costantemente per difendere le persone, in particolare donne e bambini”. Sottolineando che la questione migratoria non riguarda un solo Paese, il Sedac esorta quindi i governi del Messico e dell’intera regione a “lavorare in modo congiunto”, così da “attaccare le cause strutturali che causano la migrazione”. Forte anche l’invito a tutte le autorità del settore a “garantire la sicurezza dei migranti in transito nei rispettivi Paesi”, per evitare che cadano “vittima della criminalità organizzata e la delinquenza comune”. Un ulteriore appello viene lanciato dai vescovi dell’America Centrale affinché gli Stati coinvolti dalla carovana tutelino “i nuclei familiari” e rispettino “il diritto di accesso al territorio e al non rimpatrio di tutte quelle persone che hanno particolare bisogno di protezione internazionale”.
E ancora: i governi della regione vengono esortati dal Sedac a “sviluppare politiche che forniscano effettivamente opportunità di miglioramento per tutti”, soprattutto di istruzione per i giovani e di lavoro per gli adulti, in modo che “non siano costretti a lasciare il proprio Paese, mettendo a rischio la propria vita”. Infine, esprimendo gratitudine a tutte “le persone e le organizzazioni della Chiesa che sono in prima linea nel fornire cure umanitarie” sull’esempio del Buon Samaritano, i vescovi dell’America Centrale invocano la protezione della Vergine di Guadalupe su tutti “i fratelli e le sorelle migranti” e su “coloro che li aiutano”. Il documento è a firma di monsignor José Luis Escobar Alas e del cardinale Gregorio Rosa Chávez, rispettivamente presidente e segretario generale del Sedac.
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