Lettera Ecumenica per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani
Tiziana Campisi - Città del Vaticano
“Abbiamo sentito il desiderio di farci vicini gli uni gli altri, insieme alle nostre comunità che sono in Italia. La sofferenza, la malattia, la morte, le difficoltà economiche di tanti, la distanza che ci separa, non vogliamo nascondano né diminuiscano la forza di essere uniti in Cristo Gesù”: è quanto scrivono in una Lettera Ecumenica, pensata in occasione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che si svolgerà dal 18 al 25 gennaio, monsignor Ambrogio Spreafico, presidente della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo della Conferenza episcopale italiana, monsignor Polykarpos Stavropoulos, vicario patriarcale della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta, e il pastore Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia. Con uno sguardo alla realtà attuale segnata dalla pandemia, i tre firmatari della lettera osservano che non si può “solo aspettare che dopo questa pandemia ‘tutto torni come prima’, come abitualmente si dice”, e auspicano “che tutto torni meglio di prima, perché il mondo è segnato ancora troppo dalla violenza e dall’ingiustizia, dall’arroganza e dall’indifferenza”. Spiegano che però, in questi mesi di dolore e di grande bisogno, si è moltiplicata la solidarietà. “Molti si sono uniti alle nostre comunità per dare una mano, per farsi vicino a chi aveva bisogno di cibo, di amicizia, di nuovi gesti di vicinanza, pur nel rispetto delle giuste regole di distanziamento - proseguono monsignor Spreafico, monsignor Stavropoulos e il pastore Negro -. Sentiamo il bisogno di ringraziare il Signore per questa solidarietà moltiplicata … La gratuità del dono ci ha aiutato a riscoprire la continua ricchezza e bellezza della vita cristiana, inondata dalla grazia di Dio, che siamo chiamati a comunicare con maggiore generosità a tutti”.
Unità nella carità
I tre firmatari della Lettera Ecumenica sottolineano che in questi mesi, nonostante le conseguenze dovute all’emergenza sanitaria, non è stata la paura a prevalere: “Abbiamo continuato ad uscire per sostenere i poveri, i piccoli, gli anziani, privati spesso della vicinanza di familiari e amici. Le nostre Chiese e comunità hanno trovato unità in quella carità, che è la più grande delle virtù e che, unica, rimarrà come sigillo della nostra comunione fondata nel Signore Gesù”. Quindi monsignor Spreafico, monsignor Stavropoulos e il pastore Negro assicurano la loro preghiera “per i malati, per coloro che li curano, per gli anziani soli o in istituto, per i profughi, per tutti coloro che soffrono in questo tempo” e, richiamando quanto scritto nella presentazione del sussidio per la Settimana di Preghiera per l’unità dei cristiani, chiedono a Dio di guarire l’umanità “dalla forza del male e della pandemia, dall’ingiustizia e dalla violenza” e il dono l’unità. Infine, ricordando il metropolita Zervos Gennadios, deceduto il 16 ottobre scorso e che per diversi anni ha condiviso “il cammino verso la piena unità”, i tre firmatari della lettera rivolgono l’invito a vivere e celebrare l’unità nella preghiera comune, che la prossima settimana vedrà riunite le comunità cristiane in diverse iniziative.
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