È morto fr. Marciano Morra, storico segretario dei Gruppi di preghiera di Padre Pio
Debora Donnini – Città del Vaticano
“Di Padre Pio l’impressione che ebbi fu di un papà ma, ancor di più, di un nonno”. Così ricordava San Pio da Pietrelcina, fr. Marciano da Monteleone di Puglia, al secolo Ferdinando Morra, che lo conobbe durante una gita a San Giovanni Rotondo, organizzata per gli studenti al termine del ginnasio, prima di iniziare il noviziato. Fr. Morra, una delle figure più eminenti della Provincia religiosa di Sant’Angelo e Padre Pio dei Frati Minori Cappuccini, è morto oggi all’età di 91 anni.
Ebbe poi il privilegio di vivere, sebbene per brevi periodi, nel convento di San Giovanni Rotondo con Padre Pio. E custodire la sua eredità era diventata per il frate cappuccino da Monteleone di Puglia, una missione “svolta attraverso le numerose pubblicazioni da lui scritte sulla vita e la spiritualità del santo Confratello, ma anche con il suo infaticabile apostolato in giro per l’Italia ed il mondo e attraverso i mezzi di comunicazione”, ricorda un comunicato Ufficio Stampa dei Frati Minori Cappuccini della stessa Provincia religiosa.
La guarigione di suo padre
Tra gli episodi che lo hanno legato al Santo, il frate cappuccino raccontava spesso della guarigione di suo padre, che andò a trovare il figlio a San Giovanni Rotondo dopo essere stato dimesso dall’ospedale senza grandi speranze: “Aveva un tumore ai polmoni e i medici gli avevano dato poco da vivere. Padre Pio lo guardò fisso, poi lo prese per il bavero della giacca e con l’altra mano iniziò a tirargli dei pugni sul petto dicendo: ‘E chi te l’ha detto che tu stai malato? Tu stai bene! Stai bene!’. E subito dopo: ‘Ora ti saluto. Arrivederci!’. Disse proprio così: ‘Arrivederci’. Non capii subito cosa volesse dire, ma lo compresi in seguito. Il mio papà aveva i giorni contati e invece guarì e incontrò ancora Padre Pio. Ci lasciò quindici anni dopo per un’altra malattia”.
Con Papa Francesco, Giovanni Paolo II e Madre Teresa
Per 18 anni – dal 1995 al 2013 – fr. Marciano Morra fu segretario dei Gruppi di Preghiera di Padre Pio e come tale nel 2002 aveva incontrato a Buenos Aires il cardinale Jorge Mario Bergoglio, desideroso di conoscere meglio la figura del Santo cappuccino. Prima, come guardiano del Convento garganico e rettore del santuario di Santa Maria delle Grazie, il 23 maggio 1987 aveva accolto Giovanni Paolo II in visita pastorale a San Giovanni Rotondo e, il 5 settembre dello stesso anno, Madre Teresa di Calcutta.
La missione e gli incarichi
Nato il 16 febbraio 1929 a Monteleone di Puglia, sentì fin dalla più tenera età una particolare attrattiva per la missione sacerdotale e decise quindi di farsi frate cappuccino predicatore rimanendo particolarmente colpito dal predicatore, padre Arcangelo Perrotti. “Come frate cappuccino è giunto a ricoprire la carica di ministro provinciale facente funzioni, quando da vicario prese in mano le redini della Provincia religiosa - dall’8 marzo del 1984 al 17 gennaio 1985 - dopo l’improvvisa morte del ministro fr. Pietro Tartaglia. Come predicatore è arrivato a svolgere il compito di segretario nazionale dei predicatori cappuccini e di segretario nazionale per l’Evangelizzazione”, sottolinea ancora il comunicato.
Il 15 settembre 1946 vestì l’abito religioso e il 16 settembre dell’anno seguente emise la professione temporanea dei voti, che confermò per tutta la vita l’8 dicembre 1950. Al termine del periodo formativo, “prima dell’ultimo traguardo, ancora una volta fu importante il ruolo di papà Giuseppe Vito, che consentì a fr. Marciano di sentirsi completamente libero nella scelta definitiva”. Così il 21 febbraio 1954, accolse l’imposizione sul suo capo delle mani dell’arcivescovo di Campobasso, mons. Alberto Caringi. Anche commendatore (Ordine al Merito) della Repubblica Italiana dal dicembre 1994, su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il frate aveva superato i 66 anni di sacerdozio.
I suoi primi incarichi come sacerdote cappuccino, sono stati nel campo della formazione iniziale: prima come vice direttore del ginnasio inferiore nel convento di San Severo, poi come direttore del seminario di Vico del Gargano, infine come maestro dei novizi a Morcone. Quindi è cominciato il ministero della predicazione che, per lunghi periodi, è coinciso con i compiti di governo nel Definitorio provinciale, con la responsabilità della Fraternità e del Santuario di San Giovanni Rotondo e con l’impegno di segretario generale dei Gruppi di Preghiera di Padre Pio.
La malattia
Da cinque era in cura per una grave forma di leucemia, che non aveva comunque fermato lo slancio missionario del frate cappuccino, tornato “a celebrare la Messa pubblicamente, a occupare quotidianamente il suo posto in confessionale, a garantire le sue catechesi ai telespettatori di Padre Pio Tv, a sedersi alla sua scrivania con l’obiettivo di terminare a scrivere il suo ultimo libro e, trascurando le raccomandazioni dei medici, ad accettare, quando se la sentiva, qualche giorno di predicazione fuori dal convento. Infine è tornato ad essere disponibile ad ascoltare e a offrire una parola di conforto a quanti si rivolgevano a lui: di giorno nell’incontro personale, di sera, dopo cena, telefonicamente”, fa sapere un comunicato. A costringerlo a due ricoveri in ospedale era stato il Coronavirus e, nonostante la guarigione, il suo corpo aveva subito “un progressivo decadimento, che le cure mediche prestate in un terzo ricovero non sono riuscite ad arginare”. Domani i suoi funerali saranno celebrati nel santuario di Santa Maria delle Grazie.
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