Accolitato e lettorato per le donne, Schönborn: realizzato un auspicio
Debora Donnini e Gudrun Sailer - Città del Vaticano
D’ora in poi le donne potranno accedere ai ministeri del lettorato e dell'accolitato. Lo ha stabilito Papa Francesco con il motu proprio Spiritus Domini, reso noto ieri, che modifica il primo paragrafo del canone 230 del Codice di Diritto canonico. Al motu proprio si accompagna una lettera indirizzata al prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Luis Ladaria, con la quale Francesco ricorda anche che “nell’orizzonte di rinnovamento tracciato dal Concilio Vaticano II, si sente sempre più l’urgenza oggi di riscoprire la corresponsabilità di tutti i battezzati nella Chiesa, e in particolar modo la missione del laicato”. Un aspetto importante sul quale si sofferma il cardinale arcivescovo di Vienna, Christoph Schönborn:
R. - Questo passo significa anzitutto la realizzazione di un voto che è stato espresso molte volte dalla Ministeria quaedam di San Paolo VI, perché nel suo documento era stato inserito un piccolo paragrafo, una riga che affermava che, nel rispetto della tradizione, questi ministeri laicali rimanvano riservati agli uomini, dunque escludendo le donne. Ma adesso il Papa ha fatto un passo di più, già auspicato nel Sinodo sull'evangelizzazione del 2012, sotto Papa Benedetto, e anche nel Sinodo straordinario sull'Amazzonia: la richiesta di lasciar cadere questa limitazione è stata espressa con una certa insistenza. Quindi il Santo Padre adesso ha fatto il passo di chiarire ciò che Papa Paolo VI aveva già anticipato, ovvero che si tratta di ministeri laicali, non legati al sacramento dell'Ordine. Dunque, il Papa ha lasciato alla discrezione delle conferenze episcopali di stabilire adeguati criteri per il discernimento e la preparazione dei candidati e delle candidate.
La Chiesa universale è varia e ci sono anche diverse sensibilità liturgiche. Lei si aspetta una diversa velocità di accettazione di questo cambiamento da parte delle diverse chiese locali?
R. - E’ vero che c’è diversità di esperienze, di pratiche. Penso che in America Latina la prassi esista già in questo senso. In Europa la maggior parte delle Chiese locali già hanno questo possibilità dell’accolitato, delle donne lettrici della liturgia. Questo è molto diffuso. Dunque, ogni conferenza episcopale evidentemente deve implementare questo motu proprio nel suo ritmo, nelle sue tradizioni, ma anche nello spirito del motu proprio stesso.
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