Guglielmo Giaquinta: si chiude la fase diocesana della causa di beatificazione
Adriana Masotti - Città del Vaticano
La sessione di chiusura della causa di beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio Guglielmo Giaquinta, vescovo di Tivoli e fondatore dell’Opera Pro Sanctitate, verrà trasmesso, venerdì 12 febbraio, in streaming sulla pagina Facebook della diocesi di Roma. Presieduto dal cardinale vicario Angelo De Donatis, al rito saranno presenti la postulatrice della causa Marialuisa Pugliese e i membri del Tribunale diocesano di Roma monsignor Francesco Maria Tasciotti, delegato episcopale; don Giorgio Ciucci, promotore di giustizia e il notaio attuario Marcello Terramani.
Promotore di giustizia e giudice del Tribunale del Vicariato
Terzo di quattro figli - informa il comunicato del Vicariato di Roma che ne dà notizia - Guglielmo Giaquinta nasce a Noto (Siracusa) il 25 giugno 1914, ma ben presto la sua famiglia si trasferisce a Roma. Qui, nel novembre 1927 entra al Pontificio Seminario Romano Minore quindi, nel 1933, al Pontificio Seminario Romano Maggiore. Viene ordinato sacerdote il 18 marzo 1939. Nell’ottobre dello stesso anno inizia il Corso di diritto presso il Pontificio Ateneo Lateranense Sant’Apollinare; conseguirà la laurea in “utroque iure” nell’anno accademico 1946/47; contemporaneamente Guglielmo Giaquinta svolge il suo ministero pastorale, dapprima come collaboratore e poi come vice parroco nella comunità di Santa Maria ai Monti. Nel 1946 è nominato promotore di giustizia e difensore del vincolo presso il Tribunale del Vicariato di Roma, dove in seguito svolgerà anche il compito di giudice. Sempre in Vicariato, negli anni ricopre i ruoli di responsabile dell’Ufficio disciplina del clero e di segretario generale. Assume anche l’incarico di rettore della chiesa della Madonna di Loreto al Foro Traiano (1949) e di assistente diocesano della Donne di Azione cattolica.
La santità come vocazione di ogni uomo
"Sacerdote austero, fedelissimo alla preghiera, sempre disponibile al dialogo", lo ricorda la postulatrice che lo ha conosciuto personalmente. Di lui Marialuisa Pugliese racconta: "Venendo a contatto con la ricerca e le attese di tanti uomini, scopre sempre più chiaramente la sete divina, cioè il desiderio da parte di Dio di raggiungere ogni creatura con il suo amore e la sua salvezza; nella contemplazione e nella riflessione teologica intuisce nella chiamata alla santità la vocazione fondamentale dell’uomo". Sotto la sua guida iniziano, infatti, i primi incontri della Pro Sanctitate, mentre nel 1950 nascono le Oblate Apostoliche, consacrate in vita fraterna. È del 1957, poi, la prima Giornata della santificazione universale, mentre il 2 febbraio 1960 arriva il riconoscimento ecclesiastico del movimento. Nel 1962 inizia l’attività dei Convegni sacerdotali e il gruppo degli Apostolici Sodales, ispirati alla spiritualità del Cenacolo.
Lo sguardo luminoso fino alla fine
Nel 1968 monsignor Giaquinta viene nominato vescovo di Tivoli e ricopre diversi incarichi nella Conferenza episcopale italiana, tra i quali la presidenza della Commissione per il clero. Negli anni '70 scrive le sue opere più celebri come L’amore è rivoluzione (1973), La rivolta dei samaritani (1977) e Il Cenacolo (1981). Per motivi di salute rassegna le dimissioni nel 1986 e l’anno successivo torna a Roma. Monsignor Giaquinta si spegne al Policlinico Gemelli il 15 giugno 1994, dopo aver affrontato con pazienza e serenità gli anni della malattia. La postulatrice lo descrive "con lo sguardo luminoso fino alla fine". "Ho conosciuto il fondatore quando avevo 17 anni – rievoca ancora la postulatrice – e sono subito rimasta colpita non tanto dalla sua persona, quanto dalla forza del suo messaggio: tutti siamo chiamati a essere santi. Un messaggio che ha polarizzato la mia vita".
Ultimo aggiornamento 11.02.2021 ore 10.15
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