Cristianesimo nelle Filippine. Fr. Balili: una grazia che ha portato molti frutti
Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
Un'occasione per celebrare la fede nel continente asiatico e per rafforzarsi nell'affrontare le diverse sfide che ancora si offrono davanti agli occhi della Chiesa in un contesto di povertà. Così riassume il significato delle celebrazioni per i 500 anni dall'inizio della diffusione del cristianesimo nelle Filippine, il segretario generale del comitato organizzatore Fr. Mhar Balili. ll 6 febbraio scorso l'avvio ufficiale, sebbene in modalità virtuale. Per l’occasione, monsignor Broderick Pabillo, Amministratore apostolico locale, ha invitato i fedeli ad indossare la croce missionaria, ciondolo che rappresenta il logo preparato nelle Filippine per celebrare i 500 anni, caratterizzato dal nome di Gesù e da quello di Maria a caratteri romani e baybayin, ovvero secondo l'alfabeto usato per la lingua tagalog prima della colonizzazione spagnola. E mentre il Paese lotta contro il Covid e la povertà, la Chiesa ringrazia Dio per il dono della fede e si avvia ad un nuovo cammino di speranza. Questo nelle parole di fr. Mhar Balili
R. - Per le Filippine, questa è un'occasione per ringraziare Dio per tutte le grazie ricevute negli ultimi anni. Si tratta di un modo straordinario per noi tutti di riaffermarci nella nostra fede e per non dimenticare Colui che ce l'ha donata e che apprezza i nostri talenti.
Quale il tema, il filo conduttore che avete scelto per questo Giubileo?
R. - Il tema tratto dal Vangelo è : "Abbiamo ricevuto per poter dare" ed è il consiglio di Gesù ai suoi discepoli che speriamo ci possa essere di guida. Gesù dice, in Matteo, 12, "Gratuitamente avete ricevuto e gratuitamente date". Così è per noi, che abbiamo ricevuto questo dono della fede 500 anni fa e ora la condividiamo con gli altri.
Cosa hanno costruito i cristiani nella società e tra la gente delle Filippine?
R.- La presenza cristiana nella nostra società è ora diventata il motivo per agire, per fare qualcosa in favore degli altri perche siamo in un periodo difficile in cui tutti hanno bisogno di aiuto. La fede che è la nostra forza ci premette di avere speranza e di rialzarci anche se siamo afflitti dalla sofferenza. La fede è anche ciò che ci permette di stare nella gioia pur vivendo in condizioni di povertà.
Difficoltà, sfide odierne, quali sono per i cristini nelle Filippine? E quali invece i frutti finora della vostra testimonianza?
R. - La sfida che ci troviamo ad affrontare oggi è l'impegno nel promuovere la fede in un contesto appunto di grande povertà in cui vive la maggior parte delle persone. D'altro canto la fede ha portato anche molti bei frutti. Possiamo dire a questo proposito che l'istruzione e l'educazione scolastica sono legati al mondo cristiano e poi lo sviluppo del clero locale è un grande risultato insieme al ripristino della democrazia che la Chiesa ha molto favorito. Infine, ma non da ultimo un gran dono di questi anni è il fiorire delle vocazioni e i numerosi nostri missionari.
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