Tanzania, coronavirus. Appello dei vescovi alla responsabilità
Isabella Piro - Città del Vaticano
“È bene che ognuno di noi accetti la realtà del Covid-19 e viva seguendo le indicazioni degli esperti e di coloro che sanno come gestire la pandemia”: lo ha detto il presidente della Conferenza episcopale della Tanzania (Tec), l’arcivescovo Gervas Nyaisonga, presentando ai fedeli il Messaggio dei vescovi per il tempo di Quaresima. “Ricordiamo la responsabilità di evitare il rischio di contagi - ha ribadito il presule – Ognuno protegga se stesso e gli altri per il bene della nazione”. Di qui, il suggerimento di mantenere il distanziamento sociale, usare le mascherine e lavarsi spesso le mani, affinché tutti “possano contribuire alla crescita del Paese”. “La Tanzania non è un’isola e può essere ancora colpita dalla pandemia - ha aggiunto il presidente della Tec – Per questo, ogni persona deve considerare questa malattia come una minaccia alla salute di tutti”.
Non la paura ma la preghiera
Allo stesso tempo, monsignor Nyaisonga ha esortato i fedeli a “non essere schiavi della paura”, poiché essa “è un’arma che indebolisce le persone”. Piuttosto, “preghiamo e chiediamo a Dio di salvarci da questo male”, ciascuno con la propria responsabilità di “proteggere la vita sua e di tutti gli altri per edificare una Tanzania libera e prospera”. Da ricordare che nel Paese africano la pandemia di Covid-19 ha provocato, ad oggi, più di 500 casi in totale e oltre 20 decessi. Dati relativamente bassi che avevano portato, il presidente John Pombe Magufuli a dichiarare il Paese “Covid-free” già a giugno 2020, Tuttavia, l’insorgere della così detta “variante sudafricana” del virus ha riacceso l’allarme, tanto che in diverse occasioni i vescovi hanno invitato i fedeli alla massima cautela e alla prudenza.
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