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Rifugiati eritrei in un campo dell'Unhcr Rifugiati eritrei in un campo dell'Unhcr  

I vescovi del Regno Unito chiedono aiuto per il Tigray

Vittime e sfollati : è drammatica la situazione nella regione etiopica, serve un sostegno maggiore. A chiederlo, in una lettera, la Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles al governo britannico. I vescovi esortano alla preghiera per la popolazione e per tutti coloro che operano in favore della giustizia e della pace

Isabella Piro - Città del Vaticano

Intensificare l’assistenza per le vittime delle violenze nella regione del Tigray, in Etiopia, e sostenere le iniziative di pace: è quanto chiede la Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles al governo britannico, in relazione al Paese africano, da novembre 2020 divenuto teatro di guerra tra le forze regolari etiopiche e quelle del Fronte popolare di liberazione del Tigray. Un conflitto che ha già provocato molte vittime e oltre un milione di sfollati. In una lettera a firma di Monsignor Paul Swarbrick, responsabile per l’Africa dei vescovi inglesi, si legge: "Siamo consapevoli delle atrocità avvenute nel Tigray e del proseguimento del conflitto, senza pace in vista. Siamo altresì particolarmente preoccupati per le notizie su numerosi casi di violenza sessuale e sottolineiamo l’urgente bisogno di garantire la protezione dei gruppi vulnerabili, specialmente delle donne e delle ragazze”. Al contempo, i presuli di Inghilterra e Galles lanciano l’allarme sull’emergenza umanitaria: “Molte persone muoiono ogni giorno per mancanza di cibo, acqua, medicine e altri beni essenziali – affermano - Questa situazione è aggravata da blocchi che impediscono alle agenzie di soccorso di raggiungere gli sfollati, fuggiti dai combattimenti”.

Raddoppiare assistenza e sostegno diplomatico

Di qui, l’appello dei presuli ad un intervento urgente da parte del governo britannico: "Poiché la situazione continua a peggiorare – spiega Monsignor Swarbrick – vi imploro di raddoppiare l'assistenza del Regno Unito alle persone colpite dal conflitto e il sostegno diplomatico per le iniziative di pace”. L’auspicio del presule è che si possa “ribadire l'importanza fondamentale che ogni parte in causa rispetti il diritto internazionale, anche in relazione alla sistemazione sicura dei rifugiati”. La lettera del vescovo si conclude con l’esortazione, rivolta ai fedeli, alla preghiera per la popolazione del Tigray e per tutti coloro che operano in favore della giustizia e della pace.

Infine, la Chiesa cattolica inglese ricorda che si possono sostenere le iniziative del Cafod, l'agenzia cattolica per lo sviluppo oltremare legata alla Conferenza episcopale nazionale, che da diversi mesi sta fornendo assistenza umanitaria all’Etiopia. In particolare, “si stanno sostenendo i centri locali sanitari per fornire cure vitali e medicine alla popolazione, nonché aiuto psico-sociale alle comunità più colpite dal conflitto”. Ulteriori aiuti riguardano la costruzione di alloggi temporanei per gli sfollati e la distribuzione di generi alimentari e di kit igienico-sanitari e di prima necessità alle famiglie maggiormente in difficoltà. Insieme alla Caritas Internationalis e alla Chiesa cattolica etiope, è stata organizzata anche la fornitura di acqua potabile per 30mila persone e il supporto nutrizionale per oltre 50mila bambini minori di 5 anni. Infine, si sta lavorando a progetti a lungo termine che includono la donazione di sementi e di materiale educativo alla popolazione locale.

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03 febbraio 2021, 13:13