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I vescovi Usa si pronunciano sull'Equality Act. Fedele in preghiera I vescovi Usa si pronunciano sull'Equality Act. Fedele in preghiera 

Vescovi Usa: l’Equality Act discrimina i credenti

In una lettera al Congresso si ribadisce il sostegno alle leggi che proteggono la dignità di ogni persona, ma si critica con forza il progetto di legge in quanto determinerebbe gravi discriminazioni contro i credenti sulla base delle loro convinzioni su matrimonio e sessualità

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

“Scriviamo per condividere il nostro sostegno alle leggi che proteggono la dignità e garantiscono il rispetto per le persone, così come le nostre gravi preoccupazioni per l'Equality Act”, il provvedimento che dovrebbe essere votato a breve dalla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti. È quanto si legge in una lettera firmata dai 5 presidenti delle Commissioni della Conferenza dei vescovi Usa (USCCB) per la Libertà Religiosa (cardinale Timothy M. Dolan), Pro-Vita (Joseph F. Naumann), Matrimonio (David A. Konderla), Educazione Cattolica (Michael C. Barber) e Sviluppo Umano (Paul S. Coakley).

I presuli ribadiscono la necessità di tutelare la dignità umana “perché ogni persona è fatta a immagine di Dio e dovrebbe essere trattata di conseguenza, con rispetto e compassione”. “Questo impegno - spiegano - si riflette nel servizio caritatevole della Chiesa a tutte le persone, senza distinzione di razza, religione o con qualsiasi altra caratteristica”.

Nuovi punti di vista divisivi

L’impegno, sottolineano i cinque vescovi, è perché si garantisca ad ogni persona “un lavoro remunerativo libero da ingiuste discriminazioni”, per assicurare i beni primari di cui si ha bisogno per vivere. L'Equality Act vorrebbe “proteggere dalla discriminazione le persone che provano attrazione per lo stesso sesso o per discordanza di identità di genere”, ma la norma, chiariscono i presuli, “rappresenta l'imposizione da parte del Congresso di nuovi punti di vista divisivi riguardo al ‘genere’ su individui e organizzazioni. Questo include il non riconoscimento delle differenze sessuali, presentando falsamente il ‘genere’ solo come un costrutto sociale”.

Attenzione alle ideologie

Ricordando le parole di Papa Francesco nella Laudato si’ – “non è sano un atteggiamento che pretenda di cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa” – i cinque vescovi statunitensi ribadiscono che “una cosa è essere comprensivi della debolezza umana e delle complessità della vita e un'altra è accettare ideologie che tentano di separare quelli che sono aspetti inseparabili della realtà”. Andando sul pratico, i presuli elencano una serie di eventuali violazioni di diritti, discriminando così le persone di fede. Questo provocherebbe numerosi danni legali e sociali perché “punirebbe gli enti religiosi che si occupano di beneficienza come le case di accoglienza” e migliaia di persone che ne usufruiscono semplicemente “a causa delle convinzioni in materia di matrimonio e sessualità”.

Le discriminazioni

Altro punto riguarda l’obbligo di sostenere “le transizioni di genere” e allo stesso tempo di costringere “i contribuenti a pagare gli aborti e gli operatori sanitari obiettori di coscienza a eseguirli, mettendo fine a più vite umane”. La legge provocherebbe discriminazioni nella pratica sportiva, costringendo le ragazze a competere ragazzi e uomini e “a condividere spogliatoi e docce con maschi biologici che dichiarano di identificarsi come donne”. Poi negli spazi di proprietà degli enti religiosi, quindi anche sinagoghe e moschee, c’è il pericolo di ospitare funzioni “che violano il loro credo”. Il rischio è anche quello di escludere le persone da avanzamenti di carriera solo per le loro convinzioni su matrimonio e sessualità. Infine, il timore è di abrogare parzialmente il Religious Freedoom Restoration Act. Nella lettera, i vescovi sottolineano che ogni anno “la Chiesa cattolica aiuta milioni di persone bisognose attraverso le sue parrocchie, le scuole, gli ospedali, le case di accoglienza, le cliniche, i banchi alimentari e altri enti di beneficenza”. Ribadiscono che il vedere nell’altro l’immagine di Dio spinge ad avere posizioni decise “sulla vita, sul matrimonio e sulla sessualità” e anche “a servire i più vulnerabili e il bene comune”. “Ci opponiamo – concludono - a questa legislazione”. 

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25 febbraio 2021, 14:16