Dieci persone rapite ad Haiti, tra loro 5 sacerdoti e 2 suore
Giancarlo La Vella e Andrea De Angelis – Città del Vaticano
Sono cinque sacerdoti cattolici, due suore e tre laici le vittime dell’ennesimo episodio di violenza avvenuto ad Haiti. La notizia è stata comunicata dalla Conferenza Episcopale locale, sottolineando che i rapitori hanno chiesto una somma di un milione di dollari per la loro liberazione. Il gruppo era in viaggio nella zona a nord est della capitale Port Au Prince, quando è avvenuta l’aggressione. Il segretario generale della Conferenza dei religiosi e delle religiose haitiani (CHR), padre Gilbert Peltrop in un comunicato ha reso noti i nomi delle dieci persone rapite. I sette religiosi sono padre Evens Joseph, padre Michel Briand (di nazionalità francese), padre Jean Nicaisse Milien, padre Joël Thomas, padre Hugues Baptiste, suor Anne Marie Dorcélus e suor Agnès Bordeau (anche lei francese). A loro si aggiungono tre membri della famiglia di padre Arnel Joseph: la madre, Oxane Dorcélus; la sorella, Lovely Joseph ed il padrino, Welder Joly.
La lunga crisi di Haiti
Il Paese caraibico, che occupa circa un terzo dell’isola di Hispaniola, nelle Antille, sta attraversando una grave crisi economica, politica e sociale, che potrebbe esplodere in rivolgimenti e svolte autoritarie. Da tempo è sempre più lacerato da rapimenti e crimini violenti che avvengono in un clima di profondo dissesto causato negli ultimi 15 anni da uragani, terremoti ed epidemie. Ne è seguita un’emergenza umanitaria senza precedenti che dura ancora oggi nonostante la mobilitazione della comunità internazionale. In particolare il terremoto del 12 gennaio 2010 mise in ginocchio il Paese. Quel sisma di magnitudo 7 oltre 11 anni fa provocò almeno 200mila morti, una cifra che secondo alcune stime si aggira addirittura intorno al mezzo milione di persone.
L’esortazione dei vescovi a reagire
I sette ecclesiastici, secondo un’agenzia di stampa locale, sarebbero stati rapiti da una famigerata banda criminale. “La Nazione deve alzarsi per combattere questi episodi", ha commentato padre Gilbert Peltrop, segretario generale della Conferenza haitiana. Il sequestro avviene a meno di due settimane dal rapimento da parte di uomini armati di un pastore ed altre tre persone. Haiti ha circa 10 milioni di abitanti, di cui oltre il 70% vive sotto la soglia di povertà. Uno dei Paesi più poveri del continente, dove anche la questione migratoria è un problema di primo piano.
Un nuovo muro
Si stima siano 500mila i migranti haitiani che attualmente vivono nella Repubblica Domenicana, la maggior parte dei quali illegalmente. Il presidente della Repubblica Dominicana, Luis Abinader, lo scorso mese ha annunciato un piano per la costruzione di una recinzione di 380 chilometri al confine con Haiti allo scopo di risolvere i problemi di immigrazione illegale, traffico di droga e circolazione di veicoli rubati. Lungo il confine tra i due Paesi caraibici, che condividono l’isola di Hispaniola, esistono già delle barriere.
La testimonianza di Caritas italiana
“Purtroppo il fenomeno dell’insicurezza, della miseria e della violenza sta aumentando moltissimo e la presenza di bande di criminali che effettuano furti, aggressioni e rapimenti è in forte aumento”. Così a Vatican News, Walter Nanni, responsabile dell’Ufficio America Latina e Caraibi di Caritas italiana, che da anni supporta la Caritas e le diocesi locali sull'isola. Nanni racconta come questa non sia la prima volta che dei religiosi vengano rapiti. “E’ già accaduto in passato – aggiunge – non solo religiosi e religiose cattolici, queste ultime impegnate a lavorare in ospedale, ma anche pastori protestanti. Tutte le persone che possono pagare un riscatto sono viste come potenziale risorsa per queste bande”.
Le gang criminali
A proposito delle indagini in corso sui responsabili delle violenze e dei rapiment nel Paese, Nanni riferisce che si parla di 76 gang criminali attive ad Haiti, alcune organizzate in modo paramilitare. “Ci sono – dice - dei gruppi che trasmettono un forte senso di identità anche ai giovani senza futuro, a ragazzi senza prospettive di lavoro, che vengono attirati da queste bande che offrono possibilità di avere risorse economiche in tempo brevissimo”.
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