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Il presidente della Cei, il cardinale Bassetti. In una nota la precisazione dei vescovi italiani sul ddl Zan Il presidente della Cei, il cardinale Bassetti. In una nota la precisazione dei vescovi italiani sul ddl Zan 

Cei, cresca il dialogo sul ddl Zan, nessuna ambiguità interpretativa

In una nota i vescovi italiani auspicano un confronto non pregiudiziale sul disegno di legge e perché la voce dei cattolici sia ascoltata e sia di aiuto nella costruzione di una società giusta e solidale

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

La Conferenza episcopale italiana interviene sul disegno di legge Zan contro l'omotransfobia, “una legge – si legge in una nota - che intende combattere la discriminazione” e che “non può e non deve perseguire l’obiettivo con l’intolleranza, mettendo in questione la realtà della differenza tra uomo e donna”. Si fa così appello a “sviluppare nelle sedi proprie un dialogo aperto e non pregiudiziale, in cui anche la voce dei cattolici italiani possa contribuire alla edificazione di una società più giusta e solidale”.

Un dialogo necessario

“In questi mesi – affermano i vescovi - sono affiorati diversi dubbi sul testo del ddl Zan in materia di violenza e discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere, condivisi da persone di diversi orizzonti politici e culturali. È necessario che un testo così importante cresca con il dialogo e non sia uno strumento che fornisca ambiguità interpretative”. I presuli ribadiscono che l’atteggiamento, sulla scia di Gesù Buon Pastore, è quello del raggiungere “ogni persona, in qualunque situazione esistenziale si trovi, in particolare chi sperimenta l’emarginazione culturale e sociale”. “Il pensiero – aggiungono - va in particolare ai nostri fratelli e sorelle, alle nostre figlie e ai nostri figli, che sappiamo esposti anche in questo tempo a discriminazioni e violenze”.

L’unicità della famiglia

Si ricordano poi le parole di Francesco in Amoris Laetitia, sull’accogliere “ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale” e nel pieno rispetto della sua dignità, evitando “ogni marchio di ingiusta discriminazione e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza”. “Alla luce di tutto questo – conclude la nota - sentiamo il dovere di riaffermare serenamente la singolarità e l’unicità della famiglia, costituita dall’unione dell’uomo e della donna, e riconosciamo anche di doverci lasciar guidare ancora dalla Sacra Scrittura, dalle Scienze umane e dalla vita concreta di ogni persona per discernere sempre meglio la volontà di Dio”.

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