Le donne e l’annuncio che giunge ai confini della terra fino a noi
Debora Donnini – Città del Vaticano
Nel lunedì dell’Ottava di Pasqua, chiamato anche tradizionalmente “lunedì dell’Angelo”, centrale è l’annuncio della Risurrezione di Gesù alle donne. “Le donne sono depositarie di questo meraviglioso kerigma prima dell'Angelo e poi di Gesù Cristo stesso, che la tomba è vuota, con l’invito a andare in Galilea dai loro fratelli ad annunciare che Cristo è risorto è di andare in Galilea perché là lo vedranno”, ricorda nell’intervista don Francesco Giosuè Voltaggio, biblista e rettore del Seminario Redemptoris Mater di Galilea, che sottolinea anche i legami con l'Antico Testamento, “quando Rachele non può rotolare la pietra dal pozzo e Giacobbe, grazie a una forza prodigiosa, riesce a rotolare questa pietra”. “Secondo la tradizione ebraica - prosegue don Voltaggio - Giacobbe può rotolare questa pietra grazie alla rugiada della Risurrezione, già lo dicono gli ebrei, ed è anche - possiamo dire - un evento nuziale: proprio a queste donne si rivela Cristo 'sposo' che ora chiama sia le donne sia gli apostoli a ritornare in Galilea, a ritornare al primo amore, perché in ebraico c’è un legame tra rotolare la pietra – si usa il verbo galal - e Galilea che viene dalla stessa radice: rotolare, galil…”. “Quindi è meraviglioso che siano proprio le donne a portarci questa bellezza infinita della Risurrezione, che è la bellezza di ricominciare tutto con Gesù Cristo, che è anche una buona notizia proprio per questa pandemia, l'alba della Risurrezione, la tomba vuota”, rimarca soffermandosi anche sul termine Galilea. “Galilea - spiega - era chiamata in ebraico anche ‘la Galilea dei Gentili’, la Galilea dei pagani, e dunque questo annuncio di Pasqua donato in modo meraviglioso alle donne, giunge poi a tutti i confini della terra e quindi anche a noi oggi”.
Gesù colma il vuoto
Questa è la seconda Pasqua, dopo quella dell'anno scorso, segnata dalla pandemia da Covid-19, con tutto il suo carico di restrizioni e sofferenze. A proposito dell'impatto di questo annuncio della Risurrezione di Cristo per la realtà del mondo di oggi, il sacerdote sottolinea che c’è un paradosso: si dice alle donne di andare a vedere il luogo dove Gesù era deposto. “Questo luogo però paradossalmente è un luogo vuoto - spiega - cioè l'angelo invita le donne e tutti noi a ritornare a questa tomba che però è vuota. Ed è una notizia meravigliosa ancora oggi, proprio in questo tempo così duro che stiamo vivendo - anche tragico, in certi frangenti della pandemia - perché proprio lì dove c'è il vuoto, in realtà Cristo è la pienezza, è la pienezza dei tempi, è la pienezza dei mondi, e è capace di riempire questo vuoto della tomba, questo vuoto che sentiamo quando ci sono eventi di morte o che ci ricordano la morte”. Quindi, prosegue, “ogni nostro vuoto può essere riempito dalla pienezza della Risurrezione di Cristo. Non c'è vuoto che Cristo non possa colmare: la morte è stata vinta, Cristo è veramente risorto, e questo annuncio risuona in tutte le parti del mondo e è il centro della nostra fede e della nostra vita cristiana”.
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