Pasqua a Gerusalemme, riaprono i luoghi santi
Beatrice Guarrera - Gerusalemme
La Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme aveva chiuso le sue porte nel silenzio nella tarda sera del Venerdì Santo, dopo l’antico rito della processione funebre di Gesù. Un silenzio squarciato nelle prime ore del mattino del Sabato Santo dalla “madre di tutte le veglie”, la vigilia di Pasqua. La tradizione di anticipare così presto la Liturgia Pasquale risale a prima del Concilio Vaticano II ed è stata mantenuta per motivi di Status quo, che regola la vita delle tre comunità cristiane nel Santo Sepolcro (cattolici, greco-ortodossi e armeni). La Città Santa è stata dunque il primo luogo al mondo dove è stata annunciata la risurrezione e proprio dalla Chiesa Madre Gerusalemme la gioia della Pasqua si diffonderà per il mondo intero.
Ritorno alle celebrazioni in Basilica
“Ecco la luce del Cristo che risorge glorioso”, ha annunciato, durante il rito del lucernario, il Patriarca Latino di Gerusalemme, presentando all'assemblea il fuoco santo del cero Pasquale. Solo un anno fa, sembrava impossibile vedere i fedeli locali tornare ad affollare la Basilica del Santo Sepolcro. Quest’anno, invece, le celebrazioni, che lo scorso anno si erano svolte a porte chiuse, a causa dell’emergenza sanitaria in corso, sono state aperte ai cristiani locali, dopo la graduale riapertura del Paese. Pur in assenza dei pellegrini che da tutto il mondo raggiungevano ogni anno la Terra Santa e pur con il pensiero rivolto ai cristiani che nei Territori Palestinesi ancora soffrono le conseguenze della pandemia, la Chiesa di Terra Santa si è stretta attorno al Sepolcro vuoto di Cristo.
L’insegnamento delle pie donne
Al momento del “Gloria” i frati francescani della Custodia di Terra Santa hanno suonato a festa le campane della Basilica. La città vecchia di Gerusalemme si è svegliata così con l’annuncio della Pasqua, proclamato davanti all’ingresso del Sepolcro vuoto, secondo un’antica tradizione legata al Luogo.
“Il filo rosso che collega quanto abbiamo ascoltato è la fedeltà di Dio alla Sua promessa”, ha detto nell’omelia il Patriarca Latino di Gerusalemme e ha voluto riflettere poi su tre verbi che compaiono nel Vangelo: comprare, vedere, andare. Secondo Mons. Pizzaballa, le donne del Vangelo hanno la capacità di resistere al dolore, di andare oltre l’apparente fallimento e non esitano a spendere soldi, a comprare il necessario per onorare Gesù. “Siamo invitati oggi ad imparare da queste donne a vivere in perdita, a spendere davvero la nostra vita per amore di Cristo - ha spiegato il Patriarca Latino -, a guardare alla croce come alla misura di quell’amore che ci ha redento e a questa tomba vuota come all’annuncio di una vita eterna per tutti noi. E la vita eterna inizia già qui fin d’ora. Noi ne facciamo già parte, perché uniti a Lui, risorto”.
La Chiesa, prima testimone
Per spiegare la risurrezione, spesso, cerchiamo un segno da vedere o una parola da ascoltare, ma nessuna teoria potrà mai convincere: “La risurrezione si può solo incontrare, possiamo solo farne esperienza. Abbiamo bisogno ancora oggi di testimoni che ci mostrino i segni del Risorto tra noi, che ci annuncino credibilmente che il mondo non è più in potere della morte”. Prima testimone, secondo Mons. Pizzaballa è la Chiesa, luogo in cui il Risorto parla, attraverso i sacramenti e l’annuncio della Parola. Una Chiesa che deve trarre dal Vangelo di oggi l’invito a essere “coraggiosa, a non temere la solitudine e l’incomprensione, a incontrare e manifestare il risorto”. Per far questo, però, per prima cosa “bisogna muoversi”. Le donne, infatti, sono andate presto al Sepolcro, lì hanno visto la tomba vuota e l’angelo: “Il gesto del vedere è legato all’andare. Non si incontra il Risorto se non si va al Sepolcro e si resta chiusi nei propri cenacoli”. Il Patriarca Latino di Gerusalemme ha invitato a non permettere alla paura e alla morte di avere potere su di noi e a essere testimoni di speranza: “Cristo risorto è la nostra speranza e questo è ciò che siamo chiamati a testimoniare, andando ovunque, senza fermarci”.
La Messa di Pasqua nella “Chiesa della Risurrezione”
Nella domenica di Pasqua, sarà di nuovo il Patriarca Latino di Gerusalemme a officiare la Messa pasquale nella “Chiesa della Resurrezione”, come è conosciuta dai fedeli locali la Basilica del Santo Sepolcro. Intorno all’edicola costruita sopra la tomba vuota di Cristo, la gioia della Pasqua verrà annunciata in quattro punti diversi, secondo i quattro punti cardinali: un simbolo importante di come l’annuncio della Resurrezione da Gerusalemme raggiunga ogni angolo della terra.
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