Bassetti: riconciliazione e cammino sinodale per l’annuncio del Vangelo
Debora Donnini – Città del Vaticano
Una Chiesa missionaria in “cammino sinodale”, “un processo necessario” per uno stile di presenza nella storia che sia “credibile e affidabile”. Un cammino che ha bisogno anche dei laici che esprimono un servizio competente all’annuncio del Vangelo. È questa la linea tracciata dal cardinale Gualtiero Bassetti, nell’introduzione dalla 74esima Assemblea generale della Cei, aperta ieri da Papa Francesco con un dialogo con i vescovi italiani. Centrale, dunque, nella riflessione di questa assise, che durerà fino al 27 maggio all’Ergife Palace Hotel di Roma, il cammino sinodale a cui il Papa ha esortato la Chiesa italiana, con la pietra miliare del convegno di Firenze del 2015, ricordato anche ieri.
Fin dalle prime parole del porporato emerge un senso di gioia espresso in quel “finalmente” per essersi ritrovati dopo il distanziamento reso necessario dalle misure di contrasto alla pandemia. Al Papa il porporato esprime gratitudine per la sollecitazione a essere Chiesa sinodale e “la Chiesa che è in Italia”, rimarca, “non è mai stata e mai sarà in contrapposizione a Pietro, al Suo Magistero, alla Sua Parola”.
La riconciliazione
Elemento essenziale della sua riflessione è il pensare la Chiesa in termini di “riconciliazione”. La Chiesa delle origini appare come una comunità di peccatori riconciliati, al di là delle differenti opinioni o fragilità. Una meraviglia operata dalla Risurrezione di Cristo. La prima riconciliazione che auspica è dunque ecclesiale. Non si tratta di elaborare un pensiero unico ma di trovare soluzioni praticabili insieme, valorizzando le nuove proposte. “O la nostra Chiesa di domani sarà mistica o non sarà; o sarà aperta al dialogo o non sarà; o sarà maestra di vita spirituale o non sarà; o sarà formatrice di coscienze o non sarà”, afferma con decisione. L’altra riconciliazione è con il mondo nel senso di contributo costruttivo di razionalità e carità, “costruendo ponti di comprensione” e prendendo sul serio le domande dell’uomo di oggi.
No a soluzioni al ribasso sulla famiglia
Nello sguardo sulla realtà italiana, punto cardine è quello che riguarda la famiglia. Gli Stati generali della natalità hanno contribuito a riportare in primo piano la questione dell’inverno demografico italiano, su cui da più di trent’anni la Conferenza episcopale italiana punta l’attenzione. Per invertire la rotta servono misure fiscali e amministrative, riassunte ad esempio nell’assegno unico ma anche “politiche attive del lavoro soprattutto femminile, rispettose dei tempi della famiglia e della cura dei figli”. Tutta la realtà del calo della fecondità però denuncia anche “uno strutturale malessere” per cui serve un modello di sviluppo che sappia armonizzare in un quadro organico le diverse stagioni della vita, dagli anziani ai bambini. “Sulla trasmissione e sullo sviluppo della vita e della famiglia non sono accettabili soluzioni al ribasso”, afferma quindi con chiarezza il cardinale Bassetti. “Per questo - afferma - la nostra Presidenza è intervenuta con un comunicato a proposito del dibattito in corso sul disegno di legge recante ‘Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità’”. E ribadisce che c’è ancora tempo per un “'dialogo aperto' per arrivare a una soluzione priva di ambiguità e di forzature legislative”.
Sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il porporato auspica il coinvolgimento di tutte le energie positive del Paese. Può essere, dunque, un’opportunità per rilanciare la realtà socio-economica così duramente provata dalla pandemia. In questo periodo, fa sapere, la maggioranza di coloro che si sono rivolti alla Caritas sono italiani, e uno su quattro è “un nuovo povero”.
Lo sguardo internazionale
Sul fronte internazionale si unisce poi all’accorato appello alla pace di Papa Francesco, specialmente per la Terra Santa, e torna a auspicare quella costruzione di un Mediterraneo che torni a essere luogo di incontro, ricordando che la Cei ha garantito l’arrivo in Italia e l’accoglienza in sicurezza di oltre mille profughi dal Medio Oriente e dall’Africa, dimostrando che è possibile un’alternativa agli ingressi irregolari e alle morti in mare.
L’asse centrale del Concilio Vaticano II
Filo conduttore del suo discorso è senz’altro lo sguardo rivolto al Concilio Vaticano II, secondo “quell’ermeneutica della continuità e della riforma illustrata da Benedetto XVI”. Essenziale l’esperienza del Concilio per lo stile stesso di Papa Francesco con, anche, il riferimento al popolo di Dio, che è insieme santo e fedele, sottolinea il porporato riprendendo l’incoraggiamento a non aver paura di ascoltare le domande della gente, le fragilità, e facendo riferimento anche ai santi della porta accanto. Ed è sempre a partire dal Concilio Vaticano II che il presidente della Cei rilegge la stessa storia della Chiesa italiana le cui radici affondano proprio nel Concilio, passando per i piani pastorali, le assemblee generali, i convegni che ne hanno scandito il percorso fino proprio al quinto convegno nazionale di Firenze con i cinque verbi tratti dalla Evangelii Gaudium – uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare – che tracciano “la rotta su cui navigare”. Una ricchezza di storia che conferma che la sinodalità “come metodo” è “perfettamente coerente con un percorso che abbraccia cinque decenni”. Centrale, dunque, oggi la chiamata a puntare sulle relazioni entrando nelle pieghe della vita degli uomini per offrire parole di speranza perché “una Chiesa in ‘cammino sinodale’ genera uno sguardo positivo e accogliente”.
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