India, Chiesa in prima linea per aiutare le vittime della pandemia
Federico Piana- Città del Vaticano
“I numeri diffusi sono sottostimati. La pandemia colpisce in modo ancora più duro di quello che viene raccontato”. L’allarme lo lancia il provinciale dei cammilliani in India, padre Baby Ellickall, secondo il quale, fino ad ora, i contagiati dal virus sarebbero molti di più dei 19 milioni dichiarati mentre il conto dei morti si attesterebbe in alcune migliaia ogni giorno. “Siamo - afferma- davanti ad una seconda ondata senza precedenti che sta mettendo in ginocchio la nazione”.
Manca tutto, dai posti letto all’ossigeno
L’inasprimento del contagio ha contribuito a mandare in tilt il già precario sistema sanitario nazionale: “Gli ospedali – racconta padre Baby Ellickall, che si trova a Bangalore, nello Stato del Karnataka- sono stati travolti. I posti letto sono del tutto esauriti e le scorte di ossigeno e farmaci antivirali sono terminate. Questa seconda ondata potrebbe raggiungere il picco intorno al prossimo 15 maggio ed i morti crescere senza fine.”
Risposta globale per aiutare gli altri
La risposta dei camilliani presenti nel Paese non s’è fatta attendere. Mettendo in pratica fino in fondo il proprio carisma, che prevede l’assistenza agli infermi anche a costo di perdere la vita, i religiosi fondati da San Camillo de Lellis hanno intensificato la propria azione in ben 15 Stati della nazione asiatica. “La nostra risposta al Covid- spiega padre Baby Ellickall- è stata quella di rispondere alle due dimensioni visibili della crisi: assistenza sanitaria e sostegno umanitario. Le azioni globali sul campo, realizzate in collaborazione anche con istituzioni di altre religioni ed ONG, sono davvero una benedizione per migliaia di famiglie e villaggi”.
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