"Un mese con Maria", Santa Rita da Cascia
Eugenio Bonanata e Daniele D'Elia - Città del Vaticano
Il 22 Maggio ricorre la memoria liturgica di Santa Rita da Cascia. Canonizzata all'inizio del 1900 da Leone XIII è nota a tutti come esempio di pazienza e di compunzione. I santi, ricorda Comastri, sono i migliori modelli da imitare, una “segnaletica da seguire”. A loro occorre guardare per imparare a vivere e a loro occorre ispirarsi . E a proposito della gioia di una vita vissuta in pienezza cita lo scrittore contemporaneo Luigi Santucci: “si gode immensamente di più quando si è limpidi, puri, umili, generosi, cioè quando ci si lascia condurre da Dio”.
Santa Rita è stata una sposa fedele, capace anche di sopportare i maltrattamenti subiti dal marito. Questo tipo di amore, capace di abnegazione, è in via di estinzione. Spesso è soppiantato dal “capriccio”. Tra gli esempi di vite fallimentari, il cardinale ricorda quella di John Lennon, reo di aver distrutto la sua famiglia, aver tradito la moglie, aver condotto una vita rovinosa a causa di un massiccio uso di droga. Alla morte della prima moglie Cynthia Powell, nel 2015, il figlio Julian avrebbe detto del padre “cantava d'amore, parlava d'amore, ma non ne ha mai dato, almeno a me che ero suo figlio”. Questa incapacità di amare è alquanto diffusa. Santa Rita, al contrario, ha condotto un'esistenza autenticamente cristiana, ed esercitando le virtù della pazienza e della comprensione, ha reso fecondo il suo matrimonio. Alla morte del marito, assassinato, nascose la camicia insanguinata del padre per evitare la vendetta dei figli. Grazie alla preghiera, è riuscita ad essere indulgente verso i carnefici del suo sposo e ad evitare, insegnando la mitezza e il perdono, altro spargimento di sangue.
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