"Un mese con Maria", la conversione di Adolfo Rettè
Eugenio Bonanata e Daniele D'Elia - Città del Vaticano
“Dal diavolo a Dio” è il titolo di un volume autobiografico scritto da Adolfo Rettè. La vita di questo letterato francese non è stata di certo esemplare. La sua esistenza è stata contrassegnata dal vizio e dal peccato. Fino a quando, nel 1907, dopo la sua conversione, decide di raccontare attraverso i suoi scritti l'immensa Misericordia di Dio. Rinnega il suo passato di ateo convinto e militante anticlericale. La trasformazione del suo animo è totale e i trascorsi quarant'anni nella negazione di Dio vengono espiati, da allora, in un fervente apostolato.
Il cardinale Comastri, nella puntata di oggi, riporta diversi aneddoti riguardanti quest'uomo. È stato uno sposo infedele e violento, ha dissipato i suoi averi, è stato anarchico. Tuttavia, la sua inquietudine interiore l'ha condotto, un giorno, alla consapevolezza di aver toccato il fondo. Una voce interiore l'ha ammonito: “Tu non sei più un uomo, sei una fogna!”. Ed è sollecitato ad una revisione della sua vita anche leggendo il Purgatorio di Dante Alighieri. Soprattutto la Vergine Maria ha giocato un ruolo fondamentale e nella preghiera gli ha suggerito di aprirsi all'amore di Dio. Nei pressi di Fontainebleau, in una piccola cappella dedicata a Nostra Signora della Grazia ha chiesto in preghiera, in un momento di sconforto: “Se è vero che sei la potente Mediatrice, prega tuo Figlio perché mi indichi quello che ora devo fare”. Lo stesso Rettè ha ammesso che quello è stato il momento decisivo che ha inaugurato la sua rivoluzione spirituale. Dopo aver dato ampia prova di essere stato toccato e trasformato dalla Grazia morirà, l'8 dicembre 1930, il giorno della festa dell'Immacolata Concezione. Sulla sua lapide è riportato l'incipit del Salmo 30 “in te Domine Speravi".
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