"Un mese con Maria", la vicenda umana e spirituale di Napoleone
Eugenio Bonanata e Daniele D'Elia - Città del Vaticano
Nell'odierna puntata viene ricordata la figura di Napoleone Bonaparte, la cui vita è stata segnata da strabilianti successi. Ma si è chiusa, tristemente, con un esilio nell'isola di Sant'Elena. A lui è dedicata una poesia celeberrima, scritta da Alessandro Manzoni, e che venne intitolata “il 5 Maggio”. Si riferisce alla data della morte del generale francese, notizia appresa dal poeta dalle colonne della “Gazzetta di Milano” qualche mese dopo. Le glorie di Napoleone sono esaltate dal Manzoni, ricorda Comastri, e i suoi successi erano impareggiabili, tali “ch’era follia sperar”. La sua gloria era inarrestabile e, continua Comastri, anche Beethoven gli dedico una sinfonia, la n.3 o “Eroica”.
Napoleone era nato il 15 Agosto del 1769, giorno della festa dell'Assunta. Divenuto adulto, cominciò a provare fastidio per questa coincidenza. D'altronde la liturgia di questa festa rievoca il Dio potente che “disperde i superbi” e “rovescia i potenti dai troni”, come leggiamo dalle parole del Magnificat. Con un decreto, pertanto, nel 1806 abolì la solennità dedicata a Maria e la sostituì con la festa di San Napoleone. Un gesto decisamente arrogante contro cui protestò anche l'allora Pontefice Pio VII. Conosciamo l'epilogo della vicenda che, afferma il cardinale, conferma le parole del Vangelo pronunciate dalla Vergine. Napoleone Bonaparte sperimentò “il triste esilio” e “sparve”, ha scritto Manzoni, concludendo i suoi giorni “nell'ozio” dell'isola di Sant'Elena. Ma proprio qui, dove era stato confinato, si “sgonfiò il suo orgoglio” e ritrovò la fede, come è testimoniato da alcune persone che hanno vissuto con lui sull'isola.
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