Libano, incontro interreligioso nella base dei caschi blu italiani
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Un albero di ulivo piantato insieme nel segno della fratellanza, del dialogo tra fedi diverse e dell’amore per il Libano, Paese toccato dalla pandemia e dalla grave crisi economica seguita all’esplosione nel porto di Beirut, avvenuta il 4 agosto 2020. E’ il gesto conclusivo di un incontro che si è svolto ieri presso la base “Millevoi” di Shama, sede dei caschi blu del Contingente italiano in Libano ed organizzato dal Comandante del Sector West di UNIFIL, Generale di Brigata Davide Scalabrin. Un’iniziativa che ha guardato con fiducia e speranza alla prossima giornata di preghiera e di riflessione per il Libano, convocata in Vaticano, dal Papa il primo luglio.
Una solidarietà fatta insieme
Proprio il Nunzio Apostolico in Libano, monsignor Joseph Spiteri, ha richiamato l’esempio di Francesco perché aiuta “a vivere come fratelli e sorelle” soprattutto “negli incontri con i leader islamici”. Una fraternità che però proprio in questo momento di crisi per il Paese si è concretizzata in tante opere comuni. “La solidarietà – ha spiegato monsignor Spiteri - è stata continua nei piccoli villaggi così come nelle grandi città. I vicini si sono aiutati l’un l’altro. Preti, mufti e imam hanno coordinato beneficienza e aiuti umanitari, distribuendo cibo,medicine e anche denaro ai poveri”.
Lavorare per la pace
“La fede: conforto e speranza per il genere umano provato nel corpo e nello spirito dalla recente pandemia e dall’attuale crisi economica”: è il tema che ha ispirato il dialogo tra i vari rappresentanti e che si sono confrontati sulle risposte che la fede può offrire. Ribadendo l’importanza dell’armonia tra le varie comunità, della convivenza pacifica e del dialogo, è stato espresso apprezzamento e gratitudine per la presenza dei caschi blu italiani, per il contributo fornito al mantenimento della stabilità e della sicurezza nell’area del sud del Libano. “I soldati italiani - ha sottolineato il Nunzio - svolgono il proprio lavoro di peacekeepers non solamente con professionalità militare, ma mostrano grande rispetto per i valori religiosi e per le tradizioni della popolazione locale. Essi sono dei veri costruttori di pace”.
Tante anime unite dall’amore per il Libano
All’incontro interreligioso oltre a monsignor Joseph Spiteri, vi hanno preso parte l’Arcivescovo Greco Melchita di Sidone e Tiro Elie, monsignor Bechara Haddad, l’Arcivescovo Metropolita Greco Ortodosso di Tiro, Sidone e Marjiyoun, monsignor Elias Kfouri, il Mufti Sciita Sceicco Hassan Abdullah, il Mufti Sunnita Sceicco Issam Kassab e, in rappresentanza dell’Arcivescovo Maronita di Tiro Charbell Abdallah, Padre Tony Elias.
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