Carmen Hernández fin da piccola si sentì chiamata all'evangelizzazione
Debora Donnini – Città del Vaticano
Una donna innamorata di Cristo che, con profondo amore per la Chiesa e il Papa, ha desiderato trasmettere e vivere il rinnovamento portato dal Concilio Vaticano II, comprendendone a fondo la centralità per l’annuncio di Cristo all’uomo di oggi. Questo emerge avvicinandosi alla vita di Carmen Hernández, che alla fine degli anni ’60 assieme a Kiko Argüello, iniziò l’esperienza del Cammino neocatecumenale.
Lunedì scorso 19 luglio, alla Messa per i cinque anni dalla sua morte avvenuta nel 2016 all’età di 85 anni, è stato presentato all’arcivescovo di Madrid il “Supplex Libellus”, la richiesta di apertura della fase diocesana per la causa di beatificazione e canonizzazione.
La biografia
Ma prima di incontrarsi con Kiko e di dare vita a questa esperienza ecclesiale, cosa ha vissuto Carmen? Da dove viene? Quale è stata la formazione di questa donna, laureata in chimica e che fece studi di teologia, che nella sua biblioteca aveva più di 5mila volumi, che costantemente studiava e si aggiornava? A queste domande risponde la biografia scritta da Aquilino Cayuela, professore di filosofia spagnolo, prefetto degli studi presso il Seminario Redemtoris Mater di Berlino dove vive con la moglie e i quattro figli come missionario. Sulle orme di Carmen, per quattro anni si è incamminato Cayuela, studiando fonti documentarie sulle varie fasi della vita di questa donna e sulla sua formazione scientifica, teologica, biblica, ecclesiologica e liturgica.
Gli anni dell’infanzia fino al ritorno a Madrid
Frutto di questo lavoro è la biografia appena uscita in spagnolo, e in arrivo in italiano nei prossimi mesi, “Carmen Hernández. Notas biográficas”, edita dalla BAC, che consta di due parti fondamentali. La prima sezione ricostruisce la parte meno conosciuta della vita di Carmen: gli anni dell’infanzia, i primi momenti della sua vocazione religiosa e missionaria fin da bambina, a Tudela, il periodo di studi a Madrid, la sua formazione spirituale. Quindi, gli anni di preparazione teologica con le Missionarie di Cristo Gesù. Poi l’esperienza a Barcellona, in Israele nel 1963, e il ritorno a Madrid.
La nascita del Cammino neocatecumenale
La seconda sezione ricostruisce la storia di Carmen come co-iniziatrice, insieme a Kiko Argüello, del Cammino Neocatecumenale: dai primi incontri nel 1964 al modo in cui dettero vita a questo "itinerario di iniziazione cristiana" tra i poveri di Palomeras Altas e successivamente in alcune parrocchie di Madrid e, poi, nel 1968, a Roma. Spiccano le tappe più legate alla sua influenza su aspetti rilevanti dello sviluppo di questo itinerario di iniziazione cristiana che si sono realizzati in questi cinquant'anni in migliaia di parrocchie. Centrale per Carmen era “portare” concretamente il Concilio Vaticano II e i suoi documenti fondamentali: Sacrosanctum concilium sulla Liturgia, Lumen gentium sulla Chiesa, la Dei Verbum sulla Parola di Dio e la Gaudium et spes sulla Chiesa nel mondo contemporaneo.
Oltre che una donna di studi e di evangelizzazione spostandosi assieme a Kiko in diversi Paesi del mondo, è stata una persona di forte spiritualità come emerge dai suoi scritti, con un profondo rapporto vivo con Gesù Cristo e annunciatrice della sua Risurrezione e del suo amore salvifico che permette di passare dalla morte della divisione alla vita.
Cayuela: l’amore a Cristo, all’Eucaristia, alla Scrittura e alla preghiera
“Gesù è stato il ‘grande amore’ della sua vita”, un amore manifestato fin da piccola quando si metteva a pregare davanti al Santissimo, afferma nell’intervista a Vatican News l’autore della biografia, Aquilino Cayuela. È stata una donna di preghiera. In famiglia pregavano il Rosario e andavano in Chiesa. Aveva, poi, racconta, un grande amore per le Sacre Scritture. Quando studiava a Madrid, il suo direttore spirituale gesuita l’ha avvicinata molto alla Scrittura anche attraverso le opere di spiritualità dei gesuiti. Aveva un grande amore anche per l’Antico Testamento e, quando fece quel viaggio in Israele, si può dire che ha avuto un’esperienza diretta anche dell’importanza della geografia dei luoghi santi. Ha, poi, avuto un grande amore all’Eucaristia che sperimentò soprattutto nel periodo in cui visse a Barcellona, un periodo di grande sofferenza. Questi quattro amori fondamentali – a Gesù, all’Eucaristia, alla preghiera e alla Parola di Dio – li portò nell’esperienza del Cammino neocatecumenale, sottolinea lo scrittore.
Il primo slancio per l’evangelizzazione
Carmen, ricorda, veniva da una famiglia borghese di grandi produttori di riso, olio e vino, una famiglia numerosa e molto religiosa. Persone dal carattere molto franco e diretto. Un momento importante della sua infanzia fu quando aveva 10 anni. Alla Messa nella cattedrale di Tudela, venne proclamato il Vangelo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. In quel momento lei, che era solo una bambina, sentì una prima chiamata del Signore all’evangelizzazione. Fu “un momento determinante”, secondo Aquilino Cayuela.
La formazione e il Concilio Vaticano II
Quindi, l’autore si sofferma sull’importanza anche degli anni trascorsi a Valencia (’57-’60), ricordando che due suoi professori furono consultori al Concilio Vaticano II che si andava preparando. Erano domenicani e uno dei due è stato il direttore del suo lavoro finale in teologia. Già a Valencia, quindi, si approccia a questa preparazione del rinnovamento del Concilio. Tutto questo lo assimilerà assieme anche, poi, a ciò che riguarda la liturgia con padre Pedro Farnes. Nel ’63 va in Israele dove resterà fino a circa metà del ’64 e a Nazareth ha l’occasione di ascoltare Paolo VI che in gennaio va in pellegrinaggio in Terra Santa. Quando arriva in Terra Santa tutta la sua attenzione è puntata a questo rinnovamento del Concilio. Quando poi conosce Kiko, pensa che la sua “missione” sarà quella di portare questo rinnovamento che viene dal Concilio e dai suoi documenti fondamentali. Non ha vissuto questo solo a livello intellettuale, sottolinea Cayuela, ma ha avuto anche un’esperienza di questo. E il legame con le radici dell’ebraismo, che aveva conosciuto a livello teorico studiando teologia, in particolare liturgia con padre Farnes, lo ha vissuto in Israele.
Presentazione e prologo
“In queste note biografiche - scrive Kiko Argüello nel prologo - vedrete una donna eccezionale, molto importante per la Chiesa, innamorata di Cristo, della Scrittura e dell'Eucaristia”. “Ringrazio Dio per Carmen - aggiunge poi - che mi ha sempre detto la verità, costantemente. Era una donna profonda, autentica e libera nel suo rapporto con tutti”.
Ad arricchire il volume anche la presentazione del cardinale Rouco Varela, arcivescovo emerito di Madrid. “Carmen e la storia della sua vita - scrive - meritano certamente una biografia che resti come memoria scritta, ben fondata nella scienza della storia della Chiesa, di ciò che ha significato per la Chiesa del Concilio Vaticano II la traiettoria umana, spirituale e apostolica di una donna che si è donata a Cristo e alla sua Chiesa, imitando e accettando l’amore di sua Madre – di Cristo e della Chiesa – fino ad offrire la sua vita per Lui, consacrata al suo amore per l’evangelizzazione dell’uomo del nostro tempo (post-moderno?), così affamato e assetato della grazia di Dio”. In questo libro, conclude, “troviamo questa meritatissima biografia”.
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