Nasce la Casa di Accoglienza Fabrizio Frizzi. De Carli: un sogno ispirato da Dio
Cecilia Seppia – Città del Vaticano
Quando un bimbo si ammala gravemente ha bisogno di cure specialistiche, spesso offerte da ospedali che si trovano a migliaia di chilometri da casa, ma l’amore e la vicinanza di mamma e papà sono fondamentali per poter guarire quasi quanto le terapie e gli interventi medici. Ecco perché l’Unitalsi, che nel suo DNA ha l’accoglienza e l’accompagnamento dei malati, con il supporto della Bcc, ha deciso di realizzare a Milano una Casa, intitolata a Fabrizio Frizzi, morto il 26 marzo 2018, che per 18 anni è stato amico e testimonial di questa grande associazione cattolica, per dare alle famiglie che arrivano da fuori città un posto in cui alloggiare durante la degenza dei loro piccoli.
La struttura
La Casa di Accoglienza Fabrizio Frizzi, nasce in via Amodeo, alla periferia est di Milano, all’interno di un vecchio edificio di 3 piani, per 250 metri quadrati complessivi, e sarà in grado di ospitare 6 nuclei familiari garantendo loro ogni confort: spazi privati come camere da letto e bagni e spazi condivisi come la cucina e il soggiorno, il cortile esterno dove le famiglie potranno incontrarsi, parlare, pregare e darsi sostegno l’un l’altra. I lavori di ristrutturazione inizieranno a settembre di quest'anno e in primavera la Casa sarà pronta per assolvere al compito che le è stato affidato.
Come nasce il progetto
Non si tratta solo di mattoni nuovi e muri tinteggiati, non si tratta di valorizzazione di vecchi edifici per un uso più nobile. Dietro questo progetto c'è infatti l'esperienza di vita di Vittore De Carli, giornalista e presidente di Unitalsi Lombarda. Il 14 agosto 2015, mentre era sotto stress per agevolare il difficile ritorno a casa di un gruppo di ragazzi disabili da un pellegrinaggio a Lourdes, Vittore viene colpito da un infarto: trascorre 4 mesi in ospedale di cui 47 giorni in coma, con vari arresti cardiaci, due operazioni al cuore e la riparazione della valvola mitralica. Con tanta determinazione e la cure adeguate, vince la battaglia e recupera tutte le sue funzioni vitali. Una storia a tratti durissima ma potente come la fede che la anima, che il giornalista decide di raccontare in un libro, edito dalla LEV, dal titolo: "Dal buio alla luce con la forza della preghiera". Questo testo diventa il primo volano per promuovere l’iniziativa a livello regionale e per una raccolta fondi da privati. “E’ un sogno che oggi si realizza” - dice a Vatican News Vittore De Carli, mentre con la voce rotta dall’emozione rivela la finalità di questo progetto: accogliere col sorriso quanti hanno a che fare con la malattia, quei genitori in particolare che lottano accanto ai figli, spesso piccolissimi, la cui sofferenza, come dice spesso Papa Francesco resta incomprensibile, quanto crudele agli occhi degli uomini.
Curare ma soprattutto accogliere
“Milano - prosegue De Carli - ha tantissimi centri di eccellenza per la cura di malattie gravi, pensiamo allo IEVO al San Raffaele, ma tante volte mancano i luoghi di accoglienza. E questa Casa che nasce nell'ambito del 'Progetto dei Piccoli', forse è una piccola goccia, un inizio, ma grazie all’aiuto e al sostegno di tante persone sta prendendo corpo e presto sarà operativa. Inoltre, il fatto che questa struttura sorga accanto al Santuario della Madonna delle Grazie è quasi un segno. Ed è il completamento dell’immagine di Unitalsi che è devota a Maria. Un piccolo santuario, caro ai milanesi, da cui sgorga però un amore grande capace con la presenza della Vergine e sotto il suo manto di riparare quelle piaghe, di curare come un balsamo le ferite del corpo e quelle dell’anima di tanti genitori che vivono nella disperazione per la malattia di un figlio. “Sappiamo una cosa - dice ancora il presidente di Unitalsi Lombarda - la malattia non guarda in faccia nessuno, non guarda se sei bello, se sei brutto, se sei giovane o anziano, ricco o povero. Arriva e basta e ti distrugge! Credo allora che l’amore verso la nostra Mamma Celeste ci possa aiutare in questo cammino di guarigione. Non è facile avere dei figli ricoverati e magari non essere in grado di stargli vicino perché non puoi economicamente permetterti un alloggio. E allora ripieghi dormendo in macchina o all’aperto. Ma la verità è che un genitore in queste condizioni ha bisogno invece di trovare quel calore di famiglia che le nostre famiglie, a loro volta, ci hanno insegnato e che come Unitalsi sentiamo di dover donare e testimoniare a tutte le persone che si presenteranno in queste case” .
In squadra anche l'arcivescovo di Milano
Fra quanti hanno appoggiato con vigore la nuova iniziativa, oltre al sindaco Sala, c’è l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, il quale, intervenendo a Lourdes (nel settembre 2018, in occasione del pellegrinaggio diocesano) alla presentazione del progetto che si compirà all’Ortica, aveva anche lui definito “un sogno ispirato da Dio” questa offerta di ospitalità gratuita a quelle famiglie che devono accompagnare a Milano i figli bisognose di cure. “Ho visto per la prima volta il sindaco Sala emozionarsi - prosegue De Carli ai nostri microfoni - mentre ci consegnava questo permesso di concessione edilizia, perché si è sentito partecipe di questo progetto e così è stato per l’arcivescovo Delpini che a Lourdes ci disse chiaramente: ‘io sono con voi, sono nella vostra squadra e insieme ce la faremo’. Milano e tutta la Lombardia hanno pagato "un prezzo durissimo in quest’anno e mezzo di pandemia in termini di vite umane", aggiunge De Carli, rilanciando con forza quella che è la vocazione di Unitalsi. In Italia, al momento, sono state già realizzate una decina di case che ospitano persone in trasferta per curarsi, vicino ai principali poli ospedalieri; "pensiamo a Casa Bernadette a Roma che è il collegamento con i principali ospedali della capitale, tra cui il Bambino Gesù e il Policlinico Agostino Gemelli. Siamo presenti a Genova, nei pressi del Gaslini… Da oggi anche a Napoli con Casa Sveva, tutte facenti parte del 'Progetto dei Piccoli': una piccola rete che ricalca il messaggio di Lourdes e che lentamente ma con grande determinazione si sta espandendo in tutta Italia, mettendo in circolo il "virus" della solidarietà e dell'accoglienza. "Bernadette - conclude De Carli - ci dice che tutti insieme siamo tante scope che dopo aver lavorato veniamo riposte nello sgabuzzino. Noi stiamo lavorando così con umiltà, donazione e amore”.
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