Cuba: Signis chiede riconciliazione e libertà di espressione
Isabella Piro – Città del Vaticano
Riconciliazione, dialogo e rispetto della libertà di espressione: questo il cuore dell’appello urgente lanciato da Signis (Associazione mondiale cattolica per la comunicazione) in favore di Cuba. Da diversi giorni, infatti, l’isola è in rivolta a causa di continue manifestazioni di piazza contro la crisi economica e la fame, aggravate dal propagarsi del coronavirus. Le proteste sono state fermate dalle autorità attraverso l’arresto di numerose persone, per le quali ora Signis invoca “l’immediata liberazione”. Tra loro, ci sono anche “alcuni giovani membri di Signis-Cuba”, finiti dietro le sbarre “per aver partecipato a mobilitazioni pacifiche che chiedono libertà civili e un'efficace risoluzione della carenza di cibo e della mancanza di assistenza sanitaria di fronte alla pandemia di Covid-19". “Le nostre preghiere e le nostre azioni di comunicatori – si legge in una nota - sono e saranno solidali con tutti loro e con le loro famiglie e amici, che vivono nell'angoscia e l'incertezza di non conoscere le loro attuali condizioni”.
No alla violenza
Al contempo, l’Associazione insiste sul “potere del dialogo” ed esorta “alla pace e alla concordia tra i cubani”, nonché “al rispetto dei diritti umani e della libertà di espressione da parte del governo locale”. “Facciamo appello alla ragione e alla non violenza – continua la nota – Prestiamo le nostre mani e il nostro cuore per costruire un Paese migliore, più giusto e nobile. Chiediamo il rilascio di coloro che non hanno commesso altro crimine che esprimere pacificamente i loro pensieri e i loro sentimenti, secondo coscienza". Signis richiama, poi, l’invito della Conferenza episcopale di Cuba ad “una soluzione favorevole”, che “non può essere imposta con la forza, né con lo scontro”. Solo quando “le parti in causa si ascoltano”, si ricorda infatti, “si possono raggiungere accordi e fare passi reali e concreti con tutti i cubani senza eccezione, per costruire una patria con tutti e per il bene di tutti”. La nota dell’Associazione mondiale dei comunicatori cattolici si conclude con una citazione del suo Santo Patrono, Óscar Arnulfo Romero: "La pace deve essere opera della giustizia".
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui