È morto il gesuita Bernd Hagenkord, vita da giornalista per raccontare i Papi
Alessandro De Carolis – Città del Vaticano
A prima vista – alto, bei lineamenti, voce profonda, spesso informale negli abiti – lo si poteva scambiare per un ospite, uno dei tanti, un attore magari, di quelli che spesso si aggiravano – prima che il Covid li rendesse off limits – tra i corridoi di Palazzo Pio in attesa di entrare in studio per un’intervista. Senonché padre Bernd Hagenkord era tutto fuorché un ospite nella Radio del Papa e poi negli esordi di Vatican News.
Prima della Radio del Papa
Il male che l’ha strappato questa mattina a 52 anni all’affetto dei moltissimi che gli erano legati – oltre alla famiglia, la Compagnia di Gesù in cui era entrato nel ’92 a 24 anni e i colleghi dei media vaticani – è esploso in modo divenuto incurabile poco tempo dopo il suo rientro da Roma in Germania, dov’era nato il 4 ottobre ’68 ad Hamm, vicino Dusseldorf. A Roma padre Bernd approda nel 2009, lui grande appassionato di giornalismo, per assumere la direzione dei programmi in lingua tedesca dell’emittente vaticana. Sacerdote dal 2002, era stato ordinato a Colonia, alle spalle studi di filosofia, teologia, storia a giornalismo in giro tra Amburgo, Monaco e Londra. Colonia è la città in cui si prepara studiando italiano e con uno stage a Domradio al compito cui la Compagnia lo ha destinato, tra microfoni e resoconti di attività papali in pieno Pontificato di Benedetto XVI.
Guida e premure
Dieci anni di lavoro lo fanno apprezzare non solo dai suoi compagni di microfono di lingua tedesca, che lo ammirano non solo per le qualità professionali ma anche umane – era spesso lui a offrirsi di coprire i turni più impegnativi, magari nelle grandi feste, per lasciare che i suoi colleghi, mamme e papà, potessero essere con i loro cari. Padre Bernd si ritaglia gradualmente spazi di stima trasversali anche in altre redazioni, che a Palazzo Pio – dove convivono decine di lingue e di culture – vuol dire soprattutto “altri mondi”. Diventa il coordinatore dei gesuiti che lavorano alla Radio Vaticana, affidata alla Compagnia fondata da Sant’Ignazio fino alla riforma dei media vaticani voluta da Papa Francesco.
Il ritorno in Germania
Padre Bernd è equilibrato, ama spruzzare di ironia le sue considerazioni, ma in lui spicca una capacità di mediazione premurosa e insieme lucida circa le questioni da risolvere. Ed è anche per questo che quando la riforma ridisegna strutture ed equilibri la nuova dirigenza gli chiede di assumere la responsabilità della redazione incaricata di coordinare il lavoro di tutte le altre sezioni linguistiche. Poi, nel settembre 2019, arriva il congedo dal mondo del giornalismo vaticano e chi lo saluta non può avere il sospetto che il suo arrivederci stia per diventare altro. Nella Chiesa tedesca, padre Bernd si immerge nel cammino sinodale, prima come guida spirituale, poi anche come membro eletto direttamente dello ZdK, la più grande associazione di cattolici tedeschi impegnata nel Sinodo con la Conferenza episcopale. Trova il tempo di insegnare giornalismo, finché la malattia e le cure faticose esigono le sue forze.
"Spazio libero per la fede"
Vive l’ultimo tratto con una discrezione insieme connaturata e cercata, con la mente impegnata a gestire ciò che lo ha colpito e un pezzetto di cuore che si percepisce mai ripartito dall’amata Roma e dai romani, ricordati con splendide foto rigorosamente in bianco e nero sul suo profilo Instagram. Sulla porta del suo ufficio, dopo l’arrivo a Roma, aveva appeso questo cartello: “Spazio libero per la fede”. Quella scritta non c’è più e non serve perché l'eredità adesso è impressa dentro.
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