Presidenza Cei: in primo piano fine vita ed emergenze umanitarie
Tiziana Campisi - Città del Vaticano
Riunitasi ieri on line in sessione straordinaria, la Presidenza della Conferenza episcopale italiana, in una nota diffusa oggi, esprime preoccupazione, vicinanza e solidarietà per quanto sta accadendo in Italia e nel contesto internazionale. I vescovi si sono confrontati, in particolare, sul fine vita, sulla crisi umanitaria in Afghanistan e il sisma che ha colpito Haiti, e ancora sulla situazione relativa agli insegnanti di religione cattolica. Grave inquietudine “è stata espressa per la raccolta di firme per il referendum che mira a depenalizzare l’omicidio del consenziente, aprendo di fatto all’eutanasia” in Italia. “Chiunque si trovi in condizioni di estrema sofferenza va aiutato a gestire il dolore, a superare l’angoscia e la disperazione, non a eliminare la propria vita - si legge nella nota della Presidenza Cei -. Scegliere la morte è la sconfitta dell’umano, la vittoria di una concezione antropologica individualista e nichilista in cui non trovano più spazio né la speranza né le relazioni interpersonali”. I vescovi affermano che aiutare a morire non è un’espressione di compassione e ribadiscono quanto afferma la lettera Samaritanus bonus della Congregazione per la Dottrina della Fede sulla cura delle persone nelle fasi critiche e terminali della vita: “Il Magistero della Chiesa ricorda che, quando si avvicina il termine dell’esistenza terrena, la dignità della persona umana si precisa come diritto a morire nella maggiore serenità possibile e con la dignità umana e cristiana che le è dovuta” (V, 2).
Domenica nelle parrocchie preghiere per l'Afghanistan e Haiti
Circa gli avvenimenti internazionali di questi giorni, “la Presidenza della Cei condivide l’angoscia per la gravissima crisi umanitaria dell’Afghanistan” ed esprime preoccupazione per le allarmanti notizie che giungono dal Paese. “A pagare il prezzo più alto sono i più deboli: gli anziani, le donne e i bambini” osservano i vescovi che lanciano un appello all’Italia e alle Istituzioni europee perché facciano il possibile per promuovere corridoi sanitari e umanitari. Ricordando poi l’invito di Papa Francesco, all’Angelus di domenica scorsa, a pregare affinché “cessi il frastuono delle armi e le soluzioni possano essere trovate al tavolo del dialogo” e perché la “martoriata popolazione di quel Paese” possa “ritornare alle proprie case, vivere in pace e sicurezza nel pieno rispetto reciproco”, la Presidenza della Cei esorta a pregare domenica prossima, “in tutte le parrocchie, per la pace in Afghanistan e per le vittime del terremoto di Haiti”.
Un milione di euro per i terremotati haitiani
La nota dei vescovi informa che Caritas Italiana si trova nel Paese dal 2010, dopo il grave sisma di magnitudo 7.0 che ha colpito la capitale Port-au-Prince, causando più di 200mila vittime. “Da allora è costantemente presente con i propri operatori, sostenendo la Caritas nazionale e le Caritas diocesane e parrocchiali - spiega la Presidenza Cei - con interventi di emergenza e ricostruzione, ma soprattutto garantendo un accompagnamento volto allo sviluppo di capacità locali”. E per far fronte all’attuale emergenza l’episcopato ha deciso di stanziare un milione di euro dai fondi otto per mille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica. La somma servirà a finanziare, attraverso Caritas Italiana, interventi efficaci per rispondere alle numerose nuove necessità.
Insegnamento della religione: una situazione complessa
Infine, circa l’assunzione in ruolo degli insegnanti di religione cattolica dalle graduatorie degli idei del 2004 stabilita con un decreto del 6 agosto scorso del Ministero dell’Istruzione con l’assegnazione dei posti, a livello regionale, alle diocesi la presidenza della Cei si è confrontata su molte questioni ancora aperte. “È stata ribadita la profonda stima dei vescovi per i docenti di religione cattolica; è stato rinnovato l’impegno per una sollecita interlocuzione istituzionale, positiva ed efficace, diretta particolarmente alla valorizzazione di coloro che da tanti anni svolgono questo servizio” ed è stato specificato che “attualmente c’è una situazione complessa e diseguale nelle regioni e nelle diocesi” e che “per questo viene vista con molta fiducia la prossima apertura di uno specifico tavolo di confronto con il Ministero dell’Istruzione, insieme all’impegno del Servizio nazionale per l’insegnamento della religione cattolica a tenere un costante dialogo con tutti i soggetti interessati”.
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