Dolore e preghiera della Cei per il popolo afghano
Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
Centinaia di vittime e il dolore di un popolo già "provato da sofferenza e paura". Quanto accaduto ieri all'aeroporto di Kabul in Afghanistan suscita "dolore e sdegno" nei vescovi italiani. Un "vile attentato" - lo definisce la presidenza della Cei in un messaggio - "che offende profondamente la dignità umana" . " Purtroppo - scrivono i presuli - abbiamo assistito in questi anni a scelte che si sono rivelate nel tempo poco lungimiranti e incapaci di garantire la necessaria sicurezza alla popolazione afghana".
La comunità internazionale: non finga di non vedere
I vescovi "di fronte a questa ennesima strage" non solo rinnovano l'invito del Papa "affinché cessi il frastuono delle armi e le soluzioni possano essere trovate al tavolo del dialogo”, ma si rivolgono alla Comunità internazionale con un appello: "si faccia finalmente garante della pace in Afghanistan e nell’intera regione mediorientale, da troppo tempo attraversata da conflitti e segnata da violenze che sempre ricadono sulla popolazione civile, gravando soprattutto sulle persone più fragili e indifese. Il mondo non può voltare gli occhi dall’altra parte, fingendo di non vedere che, nelle complesse vicende politiche e militari in corso a Kabul e nel resto del Paese, ancora una volta vengono meno i diritti di bambini, donne, anziani, minoranze etniche e religiose. Invitiamo tutti a volgere lo sguardo del cuore verso chi è più bisognoso e vive in povertà e malattia".
La Chiesa è in preghiera per i cristiani dell'area
Nel messaggio infine i presuli italiani si rivolgono con un "pensiero fraterno" alle "piccole comunità cristiane dell'area" cui assicurano sia l'impegno nell'accoglienza dei profughi, "in accordo con le Istituzioni" sia la preghiera:
Invitiamo le nostre comunità ecclesiali a invocare la pace per la martoriata terra afghana e per tutti gli altri contesti in cui soffiano venti di guerra, assicuriamo preghiere per le vittime e vicinanza ai loro cari, così come a quanti stanno pagando il prezzo più alto di questa nuova ondata di violenza.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui