Giornata Amazzonia, Hummes: compiere gesti simbolici per la Casa comune
Isabella Piro - Città del Vaticano
Piantare un albero, coltivare un orto domestico o cercare informazioni su come e dove viene prodotto il cibo che si condivide a tavola: sono questi “i piccoli gesti simbolici” suggeriti dal cardinale Cláudio Hummes, arcivescovo emerito di San Paolo e presidente della Commissione episcopale speciale per l'Amazzonia della Conferenza nazionale dei vescovi brasiliani (Cnbb), in occasione della “Giornata dell’Amazzonia”, celebrata ieri, domenica 5 settembre. In una lunga riflessione pubblicata sul sito web della Cnbb, il porporato esorta tutti a contrastare l’indifferenza, che rappresenta “la radice di ogni male”, con l’impegno in favore di un’Amazzonia “oggi crocifissa più che mai” e nella quale “gli indigeni e i popoli fluviali, figli di Dio, vivono grandi sofferenze”.
“Non essere indifferenti richiede un certo impegno da parte di ogni persona – afferma il cardinale Hummes –. Perciò, è necessario guardare, è necessario assumere la realtà storica con l'intenzione, in Cristo, di redimerla”. “L'Amazzonia è in fiamme a causa degli incendi, molti dei quali sono appiccati intenzionalmente, e a causa della mancanza di politiche pubbliche per combattere, controllare e mitigare i roghi – continua il porporato - Secondo i dati dell'Istituto nazionale di ricerca, 2.228 incendi sono stati registrati nel solo mese di agosto, più del doppio rispetto al 2020”.
Agro-business, estrazioni illegali, riscaldamento
Non solo: l’arcivescovo brasiliano ricorda che “l'Amazzonia sta crollando sotto l'avanzata dell'agro-business, delle miniere e delle estrazioni illegali, e sta rapidamente diminuendo i suoi ettari di foresta permanente”, anche a causa dello smantellamento, avvenuto negli ultimi anni, “degli organi e delle politiche di salvaguardia socio-ambientale”. Inoltre, il crescente riscaldamento globale avrà, tra le possibili conseguenze, “desertificazione delle aree agricole, siccità e fenomeni meteorologici estremi che potrebbero influenzare direttamente la produzione alimentare”.
Oggi, infatti, sottolinea ancora il porporato, “la produzione alimentare, che una volta si chiamava agricoltura, si è trasformata in agro-business, cioè la coltivazione è finita ed è iniziato il profitto”, in nome del quale “si avvelenano il cibo, la terra, le acque e l'aria”. Ma questo modello di produzione, mette in guardia il cardinale Hummes, “oltre a non rispettare la natura, finisce per produrre fame e miseria”.
Gli indigeni, "figli di Dio sofferenti"
Lo sguardo del presidente della Commissione episcopale speciale per l'Amazzonia della Cnbb va, poi, ai popoli indigeni dell’Amazzonia che “figli e figlie di Dio sofferenti” che “rischiano di perdere il diritto di possesso dei loro territori già così invasi”, tanto che “si ritrovano con i fiumi in secca e le acque inquinate dai pesticidi e dai rifiuti delle miniere”. Nella Giornata dell’Amazzonia, dunque, è quanto mai necessario “evidenziare ed affrontare questo degrado senza pessimismi, bensì in modo realistico e speranzoso” perché “la nostra cristiana ci dà la certezza che fu nel mezzo della notte più buia che si impose la luce della resurrezione”. In nome di questa speranza, quindi, oggi più che mai è necessario “impegnarsi a costruire modelli sostenibili di produzione, consumo ed economia”.
“Celebriamo questo giorno consapevoli della distruzione presente, così da impegnarci nella lotta per preservare e curare l'Amazzonia e la casa comune – esorta ancora il porporato - Per questo, invito tutti compiere piccoli gesti simbolici, come piantare un albero, coltivare l'orto di casa o cercare informazioni su come e dove viene prodotto il cibo che condividiamo sulle tavole delle nostre case”. “Dio ha piantato un giardino e ha voluto che fosse la casa dell'umanità – conclude il Cardinale Hummes - Impegnandoci in suo favore, potremo affermare con certezza che l’Amazzonia, che ora sta vivendo la Passione, vedrà presto questa morte trasformata in Resurrezione”.
Quattordici anni l'istituzione della ricorrenza
Istituita per legge nel 2007, la Giornata dell’Amazzonia si celebra il 5 settembre perché nella stessa data, nel 1850, il principe Pedro II decretò la creazione della Provincia (oggi Stato) dell’Amazonas. L’obiettivo della ricorrenza è quello di sensibilizzare la popolazione sull’importanza della più grande foresta tropicale del mondo e della sua biodiversità per il pianeta, mettendo in luce anche i gravi rischi ambientali che essa corre, affinché possano essere affrontati in modo tempestivo ed efficace.
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